Enea Bastianini sta abituando bene la gente che segue le corse. Dopo la Sprint Race di Mandalika tutti gli chiedono se uno o due giri in più a disposizione sarebbero stati sufficienti per scavalcare Pecco Bagnaia e conquistare la medaglia d'oro. Un po' come se i poteri del numero 23 dopo un certo numero di giri diventassero smisurati, inversamente proporzionali al margine di miglioramento concesso dalle gomme che si deteriorano. L'impressione che dà Enea è quella: se considerassimo solamente i secondi tempi di Sprint Race e gare lunghe, probabilmente, Bastianini sarebbe in testa nel Mondiale con diversi punti di vantaggio sugli inseguitori. Oggi, in Indonesia, un'altra rimonta da confezionare: scattato dalla quinta piazza, è stato scavalcato da Marquez alla prima curva; ha usufruito della scivolata di Martín poco più tardi, del lungo di Bezzecchi a metà gara. In quel momento aveva già infilato Acosta alla dieci e si era messo a martellare sul piede dell'1'30"basso. Ha siglato il giro veloce della Sprint - 1'30"189 - all'ottavo giro di tredici. Al penultimo passaggio, sempre in staccata - sempre alla dieci - ha restituito il servizio a Marc, risorpassandolo anche in classifica. Sul traguardo ha chiuso secondo, ad un decimo da Pecco Bagnaia.
"La vittoria era possibile? Sì - risponde Enea ai microfoni di Sky - ma innanzitutto mi aspettavo un pochino di più in qualifica. Poi in curva uno non sapevo dove frenare perché erano tutti aperti a ventaglio e non ho potuto passare nessuno, anzi Marc si è buttato dentro e ho perso una posizione. Giro dopo giro ho sempre migliorato, come solitamente mi riesce. All'ultimo giro ero un po' più vicino a Pecco, però non so se un giro in più sarebbe bastato o se ce ne sarebbero voluti magari due per attaccare. Passando Marquez prima avrei potuto vincere? Sicruamente avrei avuto più chances, perché quando hai uno davanti è sempre difficile essere veloci come si vuole, devi frenare più piano...Marc oggi aveva tanta percorrenza ma in staccata era un po' più in crisi". Questo il commento, a caldo, di Enea.
E pensare che Bastianini avrebbe potuto fare la stessa fine di Jorge Martín, che ha perso l'avantreno della Ducati GP24 al primo giro, in curva 16. Enea ha schivato quell'eventualità in curva dieci, al giro sei, salvandosi dalla caduta con un guizzo tutto gomito, spalla, cuore e istinto. Ecco, questo è il punto: Bastianini non fa errori, tra i quattro che si contendono il titolo lui è quello che sbaglia meno. L'ultimo zero - penalità del Montmelò a parte, dovuta ad un contatto con Alex Marquez - risale al sabato del Mugello, quando fu Jorge Martín a centrarlo alla San Donato. Sarebbe quantomeno ardito ritenere Enea carente in qualifica, sessione trasformatasi in un quarto d'ora di follie al limite dell'immaginabile, dove oggi comunque - nel caos generato da scivolate e bandiere gialle - il riminese ha firmato il quinto tempo, a 47 millesimi da Pecco Bagnaia. Troppo spesso, analizzando le prestazioni del numero 23, si va a scovare ciò che forse manca, dimenticandosi di quello che già c'è: un castello solidissimo; fatto di tanti punti, tanta costanza, tanta sostanza. "Tanto Tanto Tanto", cantava Jovanotti nel 2005, quando Enea aveva otto anni e già sognava, un giorno, di diventare campione del mondo della MotoGP. Oggi, ad undici gare (Sprint comprese) dalla fine dei giochi, si trova a cinquanta lunghezze dalla leadership di Martín, a trentotto punti da Bagnaia. Ma Bastianini sbaglia meno di loro e sul finale di gara è quasi sempre più veloce. La stagione di Enea - come gli ha fatto intendere il nostro Cosimo Curatola in una recente intervista che trovate qui - somiglia all'andamento delle sue gare. In progressione. Chissà fino a dove.