Vuoi vedere che Paolo Campinoti ha fatto un altro colpaccio dei suoi e che le soddisfazioni più grandi per la nuova Pramac motorizzata Yamaha arriveranno dal pilota che tutti avevano dato per spacciato? E’ la considerazione che viene da fare dopo aver letto l’intervista esclusiva rilasciata da Jack Miller a crash.net, con l’ex KTM che, senza rinunciare al suo linguaggio sempre un po’ troppo colorato e sopra le righe, ha mostrato un lato umano rimasto fino a ora nascosto. Mescolandolo con un bel po’ di quella ferocia che viene quando si sente che sei dove invece credi di meritare di essere solo per un mezzo miracolo. Sì, perché Jack Miller fino a pochi mesi fa era senza appello fuori dalla MotoGP e solo il clamoroso passaggio di Pramac a Yamaha ha fatto sì che spuntasse una sella per lui. Tra l’altro dentro un box che conosce benissimo e che considera una famiglia. L’ambiente ideale, insomma, per rinascere.
Perché se pensate che il mondo della MotoGP sia fatto solo di motori a giri pieni, soldi che volano e benzina che brucia, significa che non vi siete mai accorti che i cavali in più, quasi sempre, arrivano dall’aspetto umano. Il Jack Miller versione 2025 potrebbe esserne la prova. Perchè l’australiano che non si è mai arreso, dopo un’altra stagione da dimenticare con KTM, dove ha lottato più con le vibrazioni che con i suoi avversari, è pronto a scrivere un nuovo capitolo della sua carriera con il team Pramac Yamaha. Il capitolo – possiamo dirlo senza che nessuno si offenda – della disperazione. Con quella chiamata di Paolo Campinoti che potrebbe aver fatto suonare definitivamente la sveglia in un pilota che ha sempre fatto vedere ottime cose senza però riuscire a trovare quella costanza che serve per mettere nel sacco i punti che contano. “Sono super motivato – ha raccontato Miller – sono super desideroso di cogliere questa occasione a due mani e provare a trasformarla in qualcosa di grandioso. Sento di avere ancora molto da dare allo sport, a questo sport. Sento di non aver ancora raggiunto il mio pieno potenziale”. Probabilmente è vero e se al potenziale ancora inespresso aggiungiamo l’esperienza già maturata, ecco che la scommessa di Paolo Campinoti potrebbe rivelarsi davvero la più azzeccata di tutte, sempre ammesso che Yamaha riesca a mandare in pista una M1 realmente competitiva.
Perché ora Miller si trova in una situazione che potrebbe cambiargli la carriera, visto che l’australiano e la Yamaha hanno probabilmente bisogno della stessa cosa: una scossa. Con Pramac che, tra i suoi prodotti, costruisce anche generatori di elettricità, giusto per buttare là una curiosa coincidenza. “C’è una storia dietro quella motocicletta e la sua struttura è fantastica- ha detto Miller parlando della Yamaha - Hanno attraversato momenti difficili negli ultimi due anni, ma quando ho iniziato a correre in MotoGP, quella era la moto che tutti volevano guidare. Penso, riguardo le difficoltà della M1, che se si potesse ridurre tutto a un punto, allora ovviamente Yamaha lo avrebbe affrontato. Credo che stiano lavorando duramente per recuperare. Si stanno spaccando il c*lo per riuscirci prima possibile”.
In effetti la determinazione di Yamaha di tornare ai vertici è evidente e Miller è pronto a essere parte integrante di questo processo. In vista della presentazione ufficiale del team, che si terrà a Kuala Lumpur il 31 gennaio, le aspettative sono alte. “Grazie alle concessioni riservate a Yamaha e Honda – ha concluso l’australiano - potrò partecipare già ai primi test ufficiali della MotoGP e non vedo l’ora di mettermi in sella per dimostrare di poter dare ancora molto a questo sport”.