L’estate del tennis è entrata nella sua fase più calda, e il cemento di Cincinnati, teatro dell’ultimo Masters 1000 prima dello US Open, promette spettacolo. Tra le voci di Sky che racconteranno i tornei maschili e femminili, con sei canali dedicati, c’è Renzo Furlan, ex Top 20 e allenatore di Bolelli, Schiavone e Jasmine Paolini. La presenza di cinque azzurri tra le 32 teste di serie non lo sorprende: “E vi stupite? Io no. Se il tennis italiano ha espresso Sinner e gli altri talenti, ha vinto due Davis e da due anni è un esempio nel mondo, le cinque teste di serie di Cincinnati sono soltanto una ovvia conferma”, dice in un’intervista a Libero. Al centro del dibattito c’è il duopolio Sinner Alcaraz: “Se negli ultimi grandi tornei abbiamo ritrovato sempre questi due in finale è un segnale. Anche perché Jannik e Carlitos sono agli antipodi”. Per Furlan, i due si possono riassumere così: “Sinner è l’incarnazione della solidità. Alcaraz dell’estro più spinto”. E per chi teme che questo dominio a due possa impoverire il circuito, la risposta di Furlan è in netto contrasto con il comune sentire: “No. Una grande rivalità fa bene e non è colpa dei due se gli altri sono in ritardo”.

E il rendimento di Sinner nelle prossime settimane? “A Cincinnati e New York vedremo un Jannik impietoso in campo. Dopo i mesi di stop è arrivato in finale a Roma, ha perso per un soffio il Roland Garros e stradominato Wimbledon”. Lo stesso azzurro ha ammesso di essersi sorpreso: “Lo capisco. Forse neppure lui pensava di vincere in quel modo a Wimbledon”. Quanto alle voci di un possibile ridimensionamento del rapporto con Cahill, spera resti: “Non penso lo perda come coach. Magari lo seguirà meno nel 2026. Ma Jannik ha una solidità mentale in tutto e non deve avere paura di nulla. Ha licenziato lo staff atletico una settimana prima di Wimbledon senza contraccolpi”. Lo score negli Slam vede Alcaraz avanti 5-4, e Furlan prevede che lo spagnolo a New York arriverà affamato: “Lo scorso anno Carlitos giocò male la stagione americana sul cemento. Ora penso abbia fatto tesoro di quei tornei persi e sarà caricato a molla. La finale di Wimbledon la sentirà come una bruciatura dalla quale curarsi. Come? Battendo Sinner a New York”. Per il ruolo di terzo incomodo indica Ben Shelton: “È un giocatore ancora più completo. Prima sparava granate e basta, ora gioca a tennis”. Tiene d’occhio anche Zverev “che ha deluso molto ma si sta allenando per tornare a vincere qualcosa di importante”, e Rune che “può esplodere”. Più complesso il discorso Djokovic: “È un mistero, si è tolto anche dal tabellone di Cincinnati”.

Furlan conosce bene anche il circuito femminile, in particolare Jasmine Paolini, che ha allenato a lungo: “Difficile comprendere cosa le stia accadendo ma non ne farei un dramma se fossi in Jas. Sulla terra ha giocato un 2025 molto positivo, poi è vero che ha bucato Wimbledon e Montreal. Ma è solo un calo fisiologico. Dopo i trionfi di Roma non sembra più la stessa? Guardi che è un fattore generalizzato, altre tenniste hanno avuto alti e bassi. La stessa Swiatek ha passato mesi pallidi e poi si è ripresa”. E ricorda i numeri: “È nelle dieci in singolare ed è in corsa per giocare entrambe le Finals pure in doppio. Non facciamo come nel calcio, aspettiamo a dare bocciature”. Tra gli uomini, anche Musetti sta vivendo una fase complicata dopo l’infortunio al Roland Garros: “A Wimbledon è andato ma senza allenamenti e si è visto. È un talento così limpido che mi giocherei la casa su di lui. Se sta bene è da numero 3 dopo Carlitos e Jannik. Anzi, può batterli entrambi”. Ben più difficile la situazione di Berrettini: “Matteo non riesce più a fidarsi del proprio corpo come una volta e questo gli ha procurato anche uno stress mentale notevole. Come andare a 140 all’ora in autostrada guidando un’auto che non dà sicurezze. Ora si è preso un lungo periodo di stop e ha fatto bene”.