Il mondo del tennis ha vissuto uno dei suoi momenti più incredibili durante il Six Kings Slam, il torneo-esibizione organizzato in Arabia Saudita. Al centro dell'attenzione, la clamorosa vittoria di Jannik Sinner su Daniil Medvedev, un successo che non ha lasciato spazio a dubbi. In soli 69 minuti, l'italiano ha letteralmente spazzato via il rivale russo, confermandosi una delle stelle più brillanti del panorama tennistico internazionale. Tuttavia, nonostante la rapidità della sconfitta, il vero colpo di scena è stato il guadagno milionario di Medvedev.
Nel torneo, che vede riuniti alcuni dei nomi più prestigiosi del tennis mondiale (oltre a Sinner e Medvedev, si tratta di Djokovic, Alcaraz, Nadal e il già eliminato Rune), i premi in palio sono straordinariamente alti. Basti pensare che il vincitore del Six Kings Slam intasca una cifra che dovrebbe aggirarsi sui 6 milioni di dollari, mentre Medvedev, pur avendo perso in meno di un'ora e un quarto, ha comunque portato a casa una somma che si aggira intorno ai 1-1,5 milioni di dollari: una tariffa oraria di tutto rispetto… Cifre incredibili, che superano anche i premi dei tornei Atp più importanti, rendendo questo evento una vera e propria miniera d'oro per i partecipanti (nel caso del russo, con pochissimo apparente sforzo). Nei due tornei ufficiali più pagati dell’anno - Wimbledon e Us Open - il vincitore intasca 3,6 milioni di dollari, mentre il Roland Garros dà un premio di 2,7 milioni e l’Australian Open un assegno 2,2 milioni (finiti come quelli dello Us Open sui conti di Jannik Sinner). Solo le Atp Finals, con i 4,8 milioni di dollari riservati al vincitore, si avvicinando al torneo “amichevole” di Riyadh.
Ma come mai queste somme sono così elevate? L'Arabia Saudita sta investendo massicciamente nello sport per guadagnare visibilità a livello internazionale e migliorare la propria immagine. Negli ultimi anni, il Paese ha ospitato eventi di portata mondiale in diversi settori sportivi, dal calcio alla Formula 1, fino al wrestling e ora al tennis. Questo fa parte di una strategia più ampia, mirata a diversificare l’economia saudita, tradizionalmente dipendente dal petrolio, e ad attrarre turismo e investimenti attraverso lo sport, anche se con il calcio non sta andando benissimo (chiedere al ct della nazionale araba Roberto Mancini, che ha lasciato l’Italia seguendo la pista milionaria saudita ricavando solo una figuraccia dopo l’altra e ora finendo aspramente contestato).
Le esibizioni sportive in Arabia Saudita, tuttavia, non sono esenti da critiche. Molti osservatori ritengono che questi tornei rischino di distogliere l'attenzione dalle competizioni ufficiali, in cui i punti Atp e il ranking sono fondamentali per la carriera di un tennista. Altri sollevano preoccupazioni etiche riguardo all'uso di grandi somme di denaro per attirare atleti e promuovere un Paese che, a livello internazionale, deve ancora fare i conti con problematiche legate ai diritti umani. Nel frattempo Medvedev e gli altri giocano (Medvedev pochissimo), guadagnano e se ne fregano…