I giochi di schiaffi sono sempre esistiti. Legali o meno, amichevoli o no, lo slapping è da almeno un decennio un’attività che ha registrato un codice di regole, campionati e nel tempo anche una fanbase. Dalla Russia alla Polonia agli Stati Uniti, Paesi dove si sono disputati tornei codificati e con un regolamento ufficiale, fino alle competizioni clandestine, lo slapping è partito come una pratica di nicchia per crescere grazie al web e alla viralità crescente dei video. E oggi è ancora così, per lo più grazie a TikTok. Non è casuale infatti che grazie alla piattaforma di intrattenimento stiano girando da un paio di settimane i video di un nuovo showbiz firmato Dana White, founder di uno degli ultimi miracoli dell’intrattenimento sportivo americano, la UFC. Power Slap è infatti un format di gara di schiaffi lanciato dall’imprenditore del Connecticut con il claim dello sport per le persone più dure e che, dall’11 gennaio, è ospite dei palinsesti della Tbs, un network a pagamento. Al momento, la prima stagione, da poco conclusa, ha visto andare in onda otto episodi più uno, finale, pay per view - e in Italia gli incontri sono disponibili su Dazn, ma si possono trovare tranquillamente su Youtube. Il core dello show sono gli incontri, ma dopo il primo episodio in cui si giocano una sorta di eliminatorie, il nucleo di schiaffeggiatori si ritrova nella Power Slap house di Las Vegas in cui un team di allenatori (che li ha selezionati insieme con Dana White) li segue e li migliora nei movimenti. Esercizi, risse, gente che sbraita e che non prende bene le parole di troppo: si capisce come sono i momenti fuori dal ring. Gli incontri invece sono il match day e sono seguiti dallo stesso Dana White e, manco a dirlo, è il momento più spicy.
Le regole di Power Slap sono le stesse per tutte e tre le categorie di peso che si affrontano. Dopo il lancio della monetina che sancisce chi colpisce per primo, i due picchiatori si posizionano in un piccolo spazio (da cui non possono uscire nel momento della battuta) uno di fronte l’altro con al centro un box, un piedistallo, a cui devono avvicinare entrambi i piedi. Chi deve essere colpito regge dietro la schiena un supporto con entrambe le mani, che non deve lasciare, e ovviamente, non può muovere i piedi - lo stesso chi colpisce. Chi schiaffeggia ha trenta secondi per dichiarare con quale mano colpisce e a quale affondo (la maggior parte colpisce al terzo), mentre lo schiaffeggiato ha trenta secondi per riprendersi (recovery time) dopo il colpo. In questo caso può uscire dal perimetro e, in caso in cui riesca a proseguire, ha altri nuovi trenta secondi per colpire l’avversario. Si disputano tre round, e alla fine, la giuria nomina il vincitore. Un arbitro dichiara i tempi di recupero e segnala ai concorrenti il tempo a disposizione, chiama il medico (che decide spesso quando uno può continuare oppure no) e dichiara il vincitore.
Ovviamente ci sono anche regole per colpire. Posto che i due combattenti prima di colpire si cospargono la mano di gesso, il palmo che colpisce deve essere aperto e deve impattare sulla guancia, sotto l’occhio e sopra il mento, e il colpo deve coprire tutta la mano. Chi riceve non può scansarsi o voltarsi o piegare il mento. Si deve stare dritti. Le scene sono di ogni tipo. C’è chi ha perso la memoria dopo una sberla, chi ha continuato a giocare con un ematoma in guancia, chi si è rialzato e poi è svenuto, chi ha avuto la faccia scorticata. Come sottolineato durante le eliminatorie dagli organizzatori, non c’è un profilo tipo di slapper. Ci sono ex combattenti di MMA, lottatori, alcuni che già hanno provato in altri tornei come la SlapFight championship (una competizione americana di gare di schiaffi) o semplici appassionati. Al momento non c’è la categoria femminile, ma secondo White dovrebbe essere inaugurata a partire dalla prossima edizione - e comunque, nel dubbio, un incontro fra due ragazze lo hanno mandato in onda.
Per rendere visibile questo sport e procedere con lo svolgimento delle gare l’organizzazione - che ha coinvolto anche dei professionisti della MMA - ha dovuto chiedere il riconoscimento da parte del Nevada State Athletic Commission, che comunque si è voluta confrontare con il management per garantire che non ci siano eccessivi problemi di salute per gli atleti durante lo svolgimento dei combattimenti. Alla messa in onda degli episodi, che ovviamente vanno senza censura, negli States sono esplose le critiche da parte sia di sportivi sia di medici e scienziati che hanno denunciato i danni cerebrali di questa attività; Dana White si è difeso tirando in ballo il pugilato, comparando il fatto che in Power Slap puoi prendere dai tre ai cinque schiaffi a incontro, nel pugilato sei riempito di cazzotti. Fino ad ora il russo Vasily Kamotsky è stato il numero uno delle gare di schiaffi, il più famoso tra i combattenti della Russia, dove queste gare si svolgono da anni. Kamotsky adesso potrebbe vedere negli States la nascita di una nuova corrente di schiaffeggiatori professionisti che fa subito un po’ Rocky Balboa. Per qualcun altro, invece, è soltanto un altro tentativo di commercializzare la violenza e fare qualche soldo.