È dal Mugello 2022, quando Marc Marquez ha annunciato la quarta operazione consecutiva al braccio, che si sente parlare del Dottor Joaquin Sanchez-Sotelo, chirurgo spagnolo che opera alla Mayo Clinic del Minnesota, negli Stati Uniti. Con l’uscita del documentario All-In (che abbiamo visto in anteprima e di cui vi parliamo qui) del medico di Marquez si è tornato a parlare: è lui, in fondo, ad avergli dato un’altra possibilità per tornare a vincere. I due si sono incontrati di persona soltanto in America, una volta presa la decisione di operare. "Marc aveva avuto bisogno di tre precedenti interventi chirurgici in Spagna. Due a Barcellona e uno a Madrid”, ha raccontato il Dr. Sanchez-Sotelo ai colleghi di Motorsport.es “L'ultimo è stato eseguito dal Dr. Samuel Antuna, molto conosciuto sia in Europa che negli Stati Uniti. Ha chiamato me e mi ha detto che, nonostante avesse risolto l’infezione, Marc aveva problemi di mobilità. In un primo momento gli ho consigliato di darsi qualche mese di margine in più, per cercare di migliorare il più possibile. Dopo quel periodo mi ha detto che non riusciva ancora a controllare la moto in curva, e che aveva anche problemi in frenata. Non riusciva a bloccare il braccio, andava verso l'interno. Marc mi ha inviato una TAC di entrambe le braccia. Grazie alla stampa 3D, abbiamo riprodotto in plastica i suoi due omeri, quello sinistro e quello ferito, che ha avuto una rotazione considerevole. Abbiamo fatto una videochiamata, gli ho mostrato le ossa e lui ha detto: ‘ok, operiamo'".
Questa parte è raccontata piuttosto bene nel documentario, dalle videochiamate alle simulazioni per il braccio. Quello che il medico non racconta semmai è il risultato raggiunto: "Marc ha uno spirito di sacrificio così grande che non credo abbia limiti. Penso che le precedenti operazioni alle spalle [dopo le lussazioni subite] gli creeranno più problemi di quest'ultima. Dal punto di vista medico, l'omero è come prima che cadesse, l'unico dubbio che ho è se abbia qualche paura a salire sulla moto, ma conoscendo un po' la persona mi sembra che psicologicamente sia abbastanza sotto controllo. Come paziente Marc ha due ottime caratteristiche”, continua poi il chirurgo. “La prima è che si fida del parere dei professionisti. Quello che vuole è una comunicazione diretta e chiara. E poi, mette tutto se stesso in tutto ciò che fa. Devi sapere che se vuoi lasciagli fare flessioni, non ne farà una, ma cento. Mi ha detto di fargli fare certe cose solo quando ero sicuro che avrebbe potuto farle di nuovo senza problemi”.
Infine, Sanchez-Sotelo svela qualche dettaglio sull'operazione: "Quello che mi ha aiutato molto è stato pianificare il caso con estrema cura e attenzione. Altri chirurghi che lo avevano visto prima mi avevano consigliato di fare l'osso tagliato nello stesso punto dove c'era stata la frattura precedente. E quello, da il mio punto di vista, era più rischioso perché c'era stata un'infezione all'interno dell'osso. Ho cercato un modo di rendere l'intervento il meno rischioso possibile. L'osso è un cilindro, quindi ho deciso di fare il taglio un po' più in alto per limitare il rischio di complicanze. Anche se in una sala operatoria ci possono sempre essere problemi, avevo la sensazione che avrebbe funzionato. Certo, la notte prima dell'operazione non riuscivo a dormire. Continuavo a pensare 'oh mio Dio, spero che tutto vada bene.'"