Signori, fermi tutti: nella due giorni di test della Superbike a Jerez è successo quello che nessuno si aspettava. Il “debuttante” Nicolò Bulega, infatti, ha dominato sin dalla giornata di ieri, strappando oggi anche il record della pista e abbassando di circa mezzo secondo il crono fatto registrare da Rea nel 2019. “Sono contento? Certo che sono contento! – è stato il commento del romagnolo – Però sono solo test, quindi dobbiamo prenderli per quello che valgono”. Dichiarazioni che bastano da sole a far prendere atto che il ragazzino un po’ spavaldo e fin troppo convinto che s’era affacciato giovanissimo alla Motomondiale è, oggi, un pilota vero. Vero e, a quanto pare, anche pronto a raggiungere vette sempre più alte in questa sua seconda carriera che suona di vera e propria seconda vita.
Ad aiutare Bulega nell’impresa c’è stata senza dubbio la scelta di montare gomme morbide, mentre il suo compagno di squadra, il due volte campione del mondo Alvaro Bautista, ha verosimilmente giocato a nascondino. Dodicesimo tempo e nessun tentativo di piazzarsi davanti in classifica, con lo spagnolo e il suo team che hanno preferito concentrarsi su assetti e bilanciamenti dopo l’introduzione della regola del peso minimo moto/pilota, che lo costringerà a correre “zavorrato”. A sentire gli addetti ai lavori, però, Bautista sarà sicuramente della partita e sarà ancora l’uomo da battere, anche se per ora non vola.
Chi, invece, adesso vola è la BMW. Non perché ha messo le ali, ma perché a guidarla c’è quel Toprak Razgatlioglu che a detta di molti è in assoluto il talento più cristallino della Superbike. Dopo l’addio a Yamaha e la scelta, sofferta ma coraggiosa, di mettersi al timone del progetto BMW, il turco è riuscito a chiudere la due giorni di test con il terzo tempo e un sorriso da orecchio a orecchio. “Siamo sulla buona strada” – ha detto in sala stampa. Sulla buona strada, ma comunque dietro la sua ex moto, visto che il rivale storico, il sei volte campione Jonathan Rea, è riuscito a mettere le ruote della R1 dietro a quelle della Panigale V4 di Bulega, anche se con oltre mezzo secondo di distacco. Quarta piazza, invece, per il pilota che pilota non è: Stephan Bradl. Il collaudatore della Honda ha infatti stracciato i piloti titolari portando la CBR in top five.
E gli altri italiani? Il bello viene qui! Sì, perché Andrea Iannone, dopo aver già avuto modo di dimostrare al mondo di saper ancora andare forte, è stato davanti per tutta la due giorni di test, giocandosela sempre con i primi in sella alla sua (bellissima, ndr) Panigale V4 del team GoEleven. “Faccio ancora un po’ di fatica a capire automatismi e valori in campo – ha spiegato – Ma sono contento. Per me è tutto assolutamente nuovo e se fossi stato in MotoGP avrei sicuramente avuto le idee più chiare. Sono soddisfatto, ma c’è ancora del lavoro da fare”. Chi di lavoro ne ha fatto veramente tanto, invece, sono stati Danilo Petrucci e gli uomini del Team Barni. La giornata di ieri, infatti, era stata un mezzo disastro, visto che il ternano s’è ritrovato a fare i conti con problemi di stabilità. Poi, durante la notte e la mattinata, nel suo box hanno compiuto l’impresa, tanto che Petrucci è riuscito a chiudere con il sesto tempo. Bene anche Locatelli, settimo, mentre Axel Bassani, alla prima con Kawasaki, ha dovuto accontentarsi di una diciassettesima piazza.