"Che sono io, adesso?Uno zero. Che cosa posso essere domani? Domani posso resuscitare e ricominciare". Chissà se il buon vecchio Dostoevskij e quel capolavoro assoluto che è Il Giocatore potranno aiutare Jorge Martin a smaltire la rabbia, la frustrazione e l’impressionante delusione per quello che è l’inizio del suo primo anno da campione del mondo in carica? Probabilmente no e c’è solo da capirlo. Ma forse più avanti sarà utile a ripartire. Sì, perché Jorge Martin ha dovuto fermarsi di nuovo, addirittura prima di essere ufficialmente ripartito dopo l’infortunio rimediato nel primo giorno di test invernali a Sepang. Il campione del mondo, appena ripresosi dall’intervento chirurgico subito, ha avuto nei giorni scorsi l’ok dai medici per tornare in sella, ma è proprio durante un allenamento che è finito di nuovo a terra. Rompendosi di nuovo e rimandando il suo debutto in sella all’Aprilia RS-GP con il numero 1 sul cupolino. Quella stessa Aprilia che, come ha raccontato Aleix Espargarò, ha scelto e voluto in una sola notte, dopo un'altra delusione grande davvero. Un altro dolore. Un'altra sofferenza che magari un po' l'ha pure ucciso,ma da cui ha saputo resuscitare fino a vincere il titolo mondiale nel 2024.

Come è successo? Dove? Con che moto? Facendo cross o con una moto di serie in pista? Tutte domande che adesso circolano sui social da soliti curiosi. Anche legittime, sia inteso. Ma che troveranno sicuramente risposta da mercoledì, quando tutta la squadra di Aprilia sarà a Buriram. Oggi, nel ghiaccio di dover dare una notizia così, ci si è limitati a confermare una indiscrezione che aveva iniziato a circolare nel pomeriggio e che, purtroppo, si traduce con una certezza: Jorge Martin non sarà in Thailandia per il primo GP di stagione. Nello specifico, secondo quanto riferito da fonti spagnole, ha riportato la frattura scomposta del radio distale sinistro, una frattura dello scafoide carpale sinistro, una frattura dell'osso piramidale sinistro e una frattura non scomposta del calcagno sinistro. Tutto, poi, è stato confermato dalla stessa Aprilia, anche se in maniera più generica. “Jorge – hanno fatto sapere da Noale - ha riportato, durante un allenamento, una frattura complessa del radio, di alcune ossa carpali ed una frattura calcaneare omolaterale. Dopo un consulto chirurgico, si è deciso di procedere all’intervento che sarà eseguito domani presso la Clinica Dexeus a Barcellona per la stabilizzazione delle fratture del radio e dello scafoide sinistro. Salterà il Gran Premio della Thailandia e i tempi di recupero saranno determinati dopo l’operazione chirurgica. Al suo posto, a Buriram, correrà Lorenzo Savadori.

Jorge Martin, invece, dovrà soffrire davanti a una TV, ripetendosi in testa quel verbo che per ogni pilota – ma forse per chiunque nella vita – è fortuna, condanna e contestualmente ossessione: ricominciare. Solo che questa volta il campione del mondo potrà farlo con una piccola serenità in più. Sia inteso, è qualcosa di cui avrebbe fatto volentieri a meno e non ci passa nemmeno per l’anticamera del cervello arrivare a sostenere che non è andata proprio malissimo. Ma un piccolo, piccolissimo, aspetto positivo c’è: non sentire il peso di vincere un mondiale che probabilmente era già perso due mesi fa. Non perché l’Aprilia non è competitiva, non perché Marquez ammazzerà il campionato, perché Martin non è abbastanza forte o cose da bar così. Ma semplicemente perché vincere al debutto con una nuova moto è qualcosa di impensabile nella MotoGP di oggi, anche se ci si chiama Jorge Martin. Eh, ma Marc Marquez nel 2013 c’è riuscito. Vero, ma era, appunto, il 2013 e quindi la preistoria di questa MotoGP, e il 93 arrivava dalla categoria di mezzo, senza avere addosso, quindi, tutti quei meccanismi e quegli automatismi che bisogna scrollarsi con la pazienza e il lavoro dopo tanti anni in sella a una moto della stessa classe, ma di un altro marchio. Questo inizio terribile, quindi, sarà in qualche modo anche la giustificazione per ripartire con un’altra serenità. E’ quello che viene da augurargli dopo questo incommentabile colpo di scena, questa ennesima sfiga pazzesca arrivata a pochissime ore dal salire sull’aereo che avrebbe portato Martin in Thailandia.
Al resto, almeno per ora, dovranno pensarci gli uomini di Aprilia e Marco Bezzecchi, a cui toccherà il compito di portare a casa il miglior risultato possibile per regalare a tutti, Martin compreso, un’occasione per sorridere, ma anche quello di continuare a sviluppare le potenzialità di un prototipo, quello della RS-GP 2025, che al momento, a detta di chiunque, è l’unico veramente in grado di potersela giocare con le Ducati. E forse Dostoevskij torna utile di nuovo anche in questa situazione in cui un campione e la sua squadra dovranno stare lontani nel giorno più importante: “Il sentimento non si frattura, ma semmai si concentra”. Per poi riesplodere. O risorgere.