Ci manca solo che inizino a litigare su chi fa Prost. E’ la battuta che viene da fare dopo la pubblicazione del documentario “Dream Team” di DAZN, che racconta le prime settimane da compagni di squadra di Marc Marquez e Pecco Bagnaia. Due fenomeni, due campioni che le stanno provando tutte per non assecondare la feroce rivalità che i media vorrebbero e che fino a ora hanno pure dimostrato di saperci riuscire. La storia delle corse, però, è piena di “buoni rapporti solo all’inizio” e da venerdì in MotoGP si comincerà a fare sul serio, tanto che nello stesso documentario è già stato tirato fuori lo scomodo paragone con la rivalità per eccellenza del motorsport: Ayrton Senna e Alain Prost. “Pecco e io – ha tagliato corto Marc Maquez - non dobbiamo finire come Senna e Prost”.
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Un modo, da parte di Marquez, per sottolineare l'importanza di evitare un clima tossico, con l’otto volte campione del mondo che poi, però, sembra buttarla là: “Mi piace più Senna perché ho visto il documentario e mi piaceva il suo carattere”. Un modo per dire che se proprio deve accettare il paragone, allora è nei panni di Ayrton Senna che si identifica di più. “Pecco vuole vincere – ha aggiunto - io cercherò di batterlo perché alla fine lui è il riferimento nel box. Ma non possiamo finire come Senna e Prost, dobbiamo solo fare bene”. Solo che Pecco Bagnaia, provocato sullo stesso argomento, ha già “rifiutato” il paragone con Alain Prost. “È normale – ha detto - che mi paragonino di più a Prost, ma la verità è che non sono come Prost. E comunque non avrebbe senso scatenare una guerra adesso. E’ improduttivo e non è ciò che voglio, così come creda che non voglia neanche Marc”.
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Anzi, Marc Marquez a quanto pare non vuole nemmeno che si pensi solo a Pecco o a lui come possibili campioni del mondo del 2025: “E’ un errore pensare che ci saremo solo noi e solo le Ducati”. Il riferimento, neanche troppo velato, è a Pedro Acosta con la KTM, ma soprattutto al campione del mondo uscente, Jorge Martin, con una Aprilia che sembra aver fatto un ulteriore step tecnico. Avversari da tenere d’occhio, ma senza ossessionarsi. “Il mio piano l’ho svelato a suo tempo e si è concluso perfettamente – ha aggiunto Marquez - Sono nel team migliore, ho la moto migliore e tutto adesso è nelle mie mani. Devo solo seguire il mio istinto senza stare a badare a altro”.
Compresa, appunto, la rivalità col compagno di squadra. Anche se Pecco, dalla sua, ammette di aver buttato un occhio su Marquez, se non altro per capire cosa fa nelle curve a sinistra. “Fa qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri – ha spiegato – ma temo che non scoprirò mai il segreto di come affronta le curve a sinistra. Comunque Marc per me è un compagno di squadra, come lo era Bastianini, come lo era Miller: un compagno che vuoi battere e che ti vuole battere. La cosa positiva è che abbiamo molto rispetto l'uno per l'altro e questo è molto importante”. Bisognerà mettersi d’accordo, però, pure “su chi fa Prost”…
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