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Team Martin o Team Bagnaia? Ok i fantasmi del 2015 e i giochetti a “chi aiuterà chi”, ma la cruda realtà è un’altra

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

13 novembre 2024

Team Martin o Team Bagnaia? Ok i fantasmi del 2015 e i giochetti a “chi aiuterà chi”, ma la cruda realtà è un’altra
Il gran finale è arrivato davvero. Ora mettete da parte calcoli improbabili, complottismi, tifo calcistico, storie vecchie di nove anni e ipotesi da film di fantascienza e chiedetevi davvero chi potrà aiutare Pecco Bagnaia o Jorge Martin in questa finalissima di Barcellona. Scoprirete che forse, ma solo forse, ce ne è uno solo e pure che probabilmente si farà ampiamente gli affari suoi

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Finalmente è fine settimana di gara e con la conferenza stampa dei piloti prevista per domani finirà anche il classico gioco del chi aiuterà chi. Sì, perché nell’attesa della finalissima non è mancato il solito mantra (tipicamente italiano, per la verità) di voler necessariamente condire con ipotesi varie una sfida che, invece, sarà inevitabilmente tra due piloti. Due fenomeni che hanno fatto il vuoto e che hanno saputo mettersi nelle condizioni, ora decisamente scomode, di potersi fare bene (o male) solo da soli: Jorge Martin e Pecco Bagnaia. I ventiquattro punti di vantaggio dello spagnolo sono oggettivamente tantissimi, ma il livello su cui i due hanno scelto di sfidarsi è così alto da non rendere del tutto assurda la possibilità che un colpo di scena stravolga tutto. Pronostico scontato compreso. Ma serve davvero pensare che qualcuno potrà mettersi in mezzo?

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No, la verità è che non serve. Però al gioco di tutti ogni tanto bisogna anche prestarsi. In Spagna, ad esempio si dicono convinti che gli spagnoli non si metteranno di traverso sulla strada di Jorge Martin. Che non significa, sia inteso, che proveranno a ostacolare Pecco Bagnaia, ma semplicemente che preferirebbero veder tornare la coppa del mondo dentro i confini nazionali, dopo che l’ultimo campione del mondo spagnolo, Joan Mir, c’era riuscito ormai quattro anni fa. Per gli italiani, come al solito, il discorso si fa più complesso e i commentatori nostrani, classicamente all’italiana, ne fanno più una questione di amichettismo. C’è chi sostiene che i piloti della VR46 (quindi Bezzecchi e Morbidelli, oltre Marini) sarebbero pronti a fare da scudieri a Pecco Bagnaia e chi, invece, sostiene che ad esempio l’italiano Enea Bastianini potrebbe volerla far pagare a Ducati guardandosene bene dal dare una mano al compagno di squadra e preferendo, piuttosto, vedere un Martin sul tetto del mondo. Senza contare, poi, quelli che sostengono che Ducati sarebbe così poco disposta a vedere il numero 1 finire sul cupolino di una Aprilia da ipotizzare sabotaggi da remoto che nemmeno nei peggiori film di fantascienza.

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La verità? Sono tutte delle grandissime ca**ate! Non perché in qualcuno non ci sarebbe l’intenzione (magari non manca chi vorrebbe davvero aiutare l’uno piuttosto che l’altro), ma semplicemente perché quei due, Martin e Bagnaia, sono stati capaci e sono capaci di giocare su un terreno che è irraggiungibile per chiunque. Mettersi in mezzo a loro due, piuttosto, è un sogno che gli altri, almeno fino a questa finalissima, hanno potuto solo inseguire, sapendo di non raggiungerlo. I fantasmi del 2015 e tutta la spaccatura conseguente che è nata tra gli appassionati, però, hanno fatto sì – complici anche questi tempi maledetti – che la cultura del sospetto, o del darsi una mano sotto traccia, diventasse sempre più dominate. E predominante.

Forse, visto che si corre a Barcellona e visto che è figlio della vecchia scuola – oltre a essere uno dei protagonisti di quel 2015 – chi potrebbe davvero pensare di “mettersi in mezzo” è Marc Marquez. Ma non certo per rompere le scatole, bensì per chiudere con il miglior risultato possibile la sua parentesi di rinascita con il team Gresini e magari far capire da subito a Ducati che con la moto rossa non intenderà essere gregario di nessuno. Ma anche nel caso di Marquez bisogna riconoscere che c’è una maturità diversa rispetto al passato, non ci sono vecchi conti da regolare e meno che mai attriti da fomentare o spegnere definitivamente e l’impressione è che pure il 93, come lui stesso ha ammesso, se ne guarderà bene dal provare a andare a dare fastidio a quei due lassù. E l’opportunismo non c’entra niente. C’entra, semmai, la consapevolezza che anche per lui saranno paradossalmente più importanti i test di martedì prossimo che la gara stessa. Con un’unica conclusione possibile: Martin e Pecco, ancora una volta, potranno farsi male solo da soli. Anche in questa finale pazzesca al termine di una stagione altrettanto pazzesca che ha già dimostrato, laddove ce ne fosse ancora il bisogno, che di chiacchiere e giochini se ne possono fare tanti, ma non varranno mai lo spettacolo che i piloti, tutti e non solo Martin e Pecco, sono capaci di regalarci.

Martin Bagnaia MotoGP 2024

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