Di concreto c’è stata solo la presentazione. Ottima sotto tutti i punti di vista e perfettamente in linea con ciò che ci si può aspettare dal team più vincente della MotoGP degli ultimi due decenni. Honda e Repsol non hanno deluso le aspettative da questo punto di vista, ma chi si aspettava proclami, date certe e obiettivi già prefissati ha dovuto ricredersi. Perché se è vero che Marc Marquez è in una situazione di precarietà che non poteva certo far pretendere sicurezze sul suo ritorno in pista, altrettanto non si può dire di Pol Espargarò.
Lo spagnolo col numero 44 ha spiegato che il team Honda Repsol rappresenta da sempre il suo sogno, che la RC213V vestita di quei colori è la moto per cui ha duramente lavorato sempre, ma ha anche messo le mani decisamente avanti: “Non so cosa aspettarmi – ha detto - da questo nuova stagione. In primis a causa del Coronavirus che ha condizionato l’ultimo mondiale e potrebbe condizionare anche questo. Inoltre, la moto è nuova e non avrò molti giorni di test, quindi l'inizio dell'anno sarà duro, ma sono molto concentrato”. Insomma, non proprio un commento in linea con la spavalderia che, di solito, contraddistingue Pol Espargarò. La consapevolezza di avere gli occhi del mondo puntati addosso, probabilmente, ha fatto tenere i piedi ben saldati a terra. Anche perché Espargarò è ben consapevole che la sella occupata è quella appartenuta, fino a poche settimane fa, dal fratello del suo compagno di squadra.
Ogni errore, per il 44 ex KTM, potrebbe costare veramente caro in termini di considerazione all’interno del box. Inutile nasconderlo. Ansie da prestazione (leggittime) a parte, però, gli stessi vertici di Honda hanno scelto di giocare la carta della prudenza. In perfetto stile giapponese, quindi, anche Alberto Puig ha dovuto tenere a bada gli entusiasmi: “Il nostro obiettivo è migliorare e crescere – ha spiegato - Ci sono cose che succedono, accadimenti difficili non solo per noi, ma per tutta la MotoGP, con la pandemia che ha cambiato le nostre vite. Come Repsol Honda Team, inoltre, l’anno scorso abbiamo perso subito il top rider. Un problema, che deve diventare un’opportunità, una lezione per il futuro. Pol è un pilota di esperienza, ci auguriamo che capisca presto la moto e che ci sia una bella battaglia anche all’interno del team”. Parole, quelle di Alberto Puig, che ricalcano quelle di Tetsuhiro Kuwata. “Tante cose sono successe in un 2020 che difficilmente dimenticheremo – ha affermato - Guardiamo con fiducia al 2021, abbiamo lavorato tanto per questo e speriamo di tornate a lottare al top. Il congelamento dei motori è una bella sfida, ma ci siamo concentrati sullo sviluppo di altre aree,t elaio compreso. Cerchiamo di migliorare i nostri punti deboli. Pol è rapido, può lottare con Marc per il campionato: questo è il target per i prossimi due anni. Sfortunatamente abbiamo dovuto fare i conti con l’infortunio di Marc l’anno scorso e ci è voluto molto tempo. Quest’anno tornerà più forte di prima, gli obiettivi sono sempre gli stessi”.
A fare la voce grossa, quindi, ha dovuto pensarci il grande capo, con la scena che, inevitabilmente, è stata comunque dominata da Marc Marquez. L’otto volte campione del mondo, come riferiamo in altro articolo, è stato molto chiaro: “Tornerò solo quando sarò al 100%”. E non ha fornito date, spiegando anche che quello che rivedremo in pista sarà un nuovo Marc Marquez. Forse meno veloce e funambolico, ma non per questo meno capace di “ammazzare il campionato” come ha fatto nella storia recente. “Mi manca la squadra e mi mancano le corse, l’adrenalina e persino le interviste e i mille impegni fuori dalle gare – ha scherzato l’otto volte campione del mondo - È la prima volta che passo per un infortunio così importante: mi immagino il miglior ritorno, ma sarà difficile essere da subito al mio livello, servirà tempo per essere quel Marc. Obiettivi 2021? Tornare a divertirmi in sella, poi passo dopo passo ritornare ad essere veloce”.