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Tenetevi forte! Ecco quanto costa mettere il naso in MotoGP

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

12 dicembre 2022

Tenetevi forte! Ecco quanto costa mettere il naso in MotoGP
Da leader assoluti dell’off-road a “principianti” tra i cordoli della MotoGP. KTM ripercorre con Stefan Pierer gli anni del marchio austriaco nel massimo campionato della velocità e svela anche un po’ di cifre. Se solo si vuole provare a vincere servono spalle grosse! Molto grosse e ben coperte…

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

MotoGP, ma quanto mi costi? E’ la domanda che si fanno più o meno tutte le case costruttrici, con Suzuki che si è addirittura risposta da sola decidendo di abbandonare il motmondiale dopo un solo anno dalla vittoria del titolo di Joan Mir. Una domanda che, invece, si fanno un po’ meno di tutti gli altri quelli di KTM, pur riconoscendo che le spese sono faraoniche. Il marchio austriaco, infatti, ha spalle larghe e può anche contare sul più potente degli sponsor nel mondo dello sport, RedBull, con Stefan Pierer che ha difeso gli enormi investimenti fatti in questi anni. Senza stare a scomodare slogan che saranno pure nobili, ma che con lo sport c’entrano poco.

“Non abbiamo mai predicato il principio olimpico sostenendo che l’importante è partecipare - ha detto Stefan Pierer in un'intervista di Speedweek.com - Se prendiamo parte a un campionato vogliamo salire sul podio”. Volere, però, non è sempre sinonimo di potere o, almeno, non è certamente sinonimo di potere subito. Tanto che Pierer ha spiegato che ci vorranno calma e sangue freddo: “Abbiamo sempre detto che saremo pazienti in MotoGP perché ci sono voluti sette o otto anni per vincere la Dakar e anche il Supercross americano – ha aggiunto - Abbiamo dimostrato di prendere sul serio la MotoGP e di pianificare a lungo termine nella classe regina vincendo anche con il team Tech3 come team cliente dal 2019 e prolungando il contratto con Dorna fino alla fine del 2026”. E se il 2021 non è andato come si sperava, in casa KTM non si fanno drammi, visto che molto è dipeso dall’aver perso le concessioni.

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La MotoGP, però, è la categoria che crea introiti e nella stessa intervista uno dei consiglieri di amministrazione di KTM, Hubert Trunkenpolz, è sceso più nel dettaglio: “Quando abbiamo deciso di entrare in MotoGP nel 2017 – ha spiegato – ci eravamo resi conto che i successi che riuscivamo a ottenere in Moto3 e in Moto2 in verità non interessavano a nessuno e non creavano l’indotto che ci aspettavamo soprattutto nei mercati asiatici. Ovviamente hai bisogno di un budget enorme per un progetto come questo - aggiunte Stefan Pierer - Stiamo parlando di 70 milioni di Euro lordi solo per la MotoGP. Se vuoi provare a essere sul podio le cifre sono queste. La Moto2 è in realtà la classe più economica, anche per via dei motori di serie e la Moto3 non si avvicina neanche lontanamente, come costi, alla classe regina”. "Però solo sulla MotoGP puoi misurare un reale ritorno – ha precisato Hubert Trunkenpolz - E si vede che i nostri team MotoGP non sono solo fine a se stessi visto che siamo tra i primi 3: l'efficacia pubblicitaria corrisponde a un multiplo dell'investimento. La consapevolezza del marchio paga enormemente e di conseguenza KTM viene percepita molto più forte. Il nostro piano per recuperare i costi della MotoGP attraverso vendite aggiuntive ha funzionato davvero. Tuttavia, ha senso introdurre i giovani talenti in MotoGP attraverso le due classi piccole e per questo continuiamo a investire anche in Moto3 e Moto2, ma ottieni l'attenzione dei media solo come produttore in MotoGP".

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