Continua a far parlare di sé la Ferrari, che in Canada non sta vivendo un inizio di fine settimana semplice, nonostante l’azione sul cittadino intitolato a Gilles Villeneuve non sia ancora iniziata. Nei giorni precedenti si è parlato di una crisi in atto a Maranello, tra possibili addi, su tutti quelli di Frederic Vasseur e Charles Leclerc, oltre che di malumori ormai nemmeno troppo mascherabili, guardando soprattutto a un Lewis Hamilton mai visto così giù di morale. Dice di crederci al 100% in questa sua nuova avventura, eppure non accenna sorrisi e, quando parla, sembra sempre limitarsi a dire il minimo indispensabile, liquidando ogni domanda con risposte quasi a monosillabi.

Dopo le notizie girate nei giorni scorsi e che raccontavano di un clima tutt’altro che sereno nella Scuderia però, ecco che un’altra bomba è servita, perché dietro la grandissima delusione, oltre che stizza, di Hamilton al termine del GP di Barcellona (chiuso in sesta posizione), ci sarebbero motivazioni ben precise, come scritto sulle pagine del Corriere dello Sport da Fulvio Solms: “Vasseur al Montmelò aveva dichiarato che i piloti avessero avuto due problemi diversi, precisando: ‘Non diremo quali’. Uno ve lo sveliamo noi: sulla Rossa di Hamilton due modifiche relative alle altezze da terra erano state apportate a sua insaputa. Avete letto bene: Lewis non ne sapeva nulla ed è stato informato solo a gara finita, prendendola molto male”. Se così dovesse essere, quello che sembrava un puzzle difficile da comporre prende invece pian piano forma, perché sì, anche in Spagna c’era stato un grande passo indietro nelle prestazioni dell’inglese in gara rispetto a quanto fatto vedere nel corso di prove libere e qualifiche.
Un argomento su cui lo stesso Sir Lewis è tornato a parlare durante il Media Day canadese, pur dicendosi sollevato per i “problemi” individuati sulla sua vettura: “Il team non vuole che ne parliamo troppo, ma entrambe le macchine hanno avuto problemi che ci hanno ostacolato enormemente già da metà gara. Non sapendo del problema, alla radio avevo detto che l’auto mi dava le peggiori sensazioni mai avute e a causa di quel guaio era veramente così” ha esordito Hamilton, aggiungendo: “A fine gara ho pensato che non mi era mai capitato di provare un feeling così brutto per tanto tempo in un gran premio. Solo dopo le interviste televisive sono tornato dagli ingegneri e abbiamo scoperto insieme che c’era un problema. Sentirlo è stato un po’ un sollievo, e mi ha permesso dopo di non sentirmi così male.”

Certo è che sentire un Sir Lewis così fa riflettere: un pilota che ha fatto del motto “Still I Rise” il suo mantra, capace di realizzare anche l’impossibile ma che oggi sembra disilluso, spento dopo un inizio ben più complicato di quanto egli stesso potesse immaginare. Cambiare squadra, ambiante e cultura rappresentava l’ennesima sfida di una carriera fatta di vittorie e di domini, ma anche di momenti duri affrontati e superati, ma ad oggi però tutto sembra difficile da interpretare e se quanto riportato dal Corriere dello Sport dovesse essere vero rappresenterebbe un qualcosa di difficilmente giustificabile. Una cosa però è certa: a Maranello la situazione è delicata e se non dovessero arrivare i risultati a spazzare via un clima sempre più teso una nuova rivoluzione potrebbe essere dietro l’angolo, costringendo tutti a ripartire daccapo, ancora una volta.
