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THE KING OF SPACCALEGNA! Viaggio duro e puro tra i wood heroes del Campionato Italiano Stihl Timbersports, una guerra da vichinghi: “Siamo axeman!”

  • di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

6 luglio 2025

THE KING OF SPACCALEGNA! Viaggio duro e puro tra i wood heroes del Campionato Italiano Stihl Timbersports, una guerra da vichinghi: “Siamo axeman!”
Abbiamo intervistato l’atleta che meglio rappresenta il nostro Paese nell’ampio contesto dei Timbersports. Oggi, domenica 6 luglio, ad Anterselva, il Campionato Italiano. Il 24 e il 25 ottobre, all’Allianz Cloud Arena, i Mondiali. “Gli australiani sono quasi imbattibili, ma noi ci proviamo. Serve preparazione tecnica, condizione fisica e una notevole preparazione mentale”, ci ha detto Andrea Rossi, 50 anni e non dimostrarli. “E dire che quando ho iniziato, quindici anni fa, di asce non sapevo nulla. Non distinguevo una Cinquecento da una Ferrari…”

di Emiliano Raffo Emiliano Raffo

Anno rovente per il legno. Domenica 6 luglio, alla Sudtirol Arena di Anterselva (Bolzano), i più grandi “wood heroes” italiani si sfidano in occasione del Campionato Italiano 2025 di Stihl Timbersports, la serie internazionale di competizioni estreme basate sul taglio della legna. Sei le discipline del circuito, tutte a tempo: Stock saw, Single buck, Underhand chop, Standing block chop, Springboard e Hot saw. Ma non è finita. Lo Stihl Timbersports World Championship 2025 andrà in scena a Milano riportando l'Italia al centro della scena. Venerdì 24 e sabato 25 ottobre, infatti, l’Allianz Cloud Arena ospiterà 120 tra i migliori atleti del mondo, provenienti da 20 nazioni, per due giorni di sfide. Attesi 3.000 spettatori al giorno. Ehm, aramaico antico per le nostre orecchie abituate a digerire quintalate di Sinner a Wimbledon e vediamo cosa fa Inzaghi con l’Al Hilal? Certo! Per questa ragione, di legna, sudore e asce ne abbiamo parlato con chi se ne intende sul serio. Alessandro Ciaponi, campione Italiano 2023, ci ha detto: “Questa disciplina è pura adrenalina e mi rende molto felice e orgoglioso. È uno sport che riprende il lavoro nel bosco dei nostri avi, portandolo a un livello estremo. Per me, che sono nato e cresciuto nel paese dei boscaioli, praticarlo non può che rendermi ancora più fiero” Ciaponi ha iniziato a praticare questo sport grazie a Marta, sua moglie, a sua volta campionessa in carica della disciplina.

E poi abbiamo incontrato Andrea Rossi, dalla provincia di Novara, campione italiano delle discipline “a base di legno”. Cinquant’anni (ma ne dimostra trentotto portati bene), 196 centimetri per 105 chili di peso, ci dice: “Non seguo una dieta rigidissima, però sono quattro mesi che non tocco una goccia d'alcol”. Ci dice anche che gli atleti più forti sono gli australiani. “Poi i neozelandesi, quindi canadesi e americani, però io ci provo, di gare ne ho vinte tante”. Nonostante Rossi, da quindici anni circa, è un Frecciarossa che non fa fermate, sospira: “Se solo avessi iniziato prima”. Ora però Andrea ci rappresenta nel mondo e gestisce training camp che vale la pena visitare.

Quali sono le coordinate di una disciplina così particolare? 

Innanzitutto questo è uno sport a tutti gli effetti. Lo dico perché a volte, soprattutto quando facciamo dimostrazioni, sembra tutto molto semplice. In realtà, come in tutti gli sport, c'è dietro una preparazione tecnica e atletica non indifferente che ti porta a raggiungere determinati risultati.

Da 13-14 anni sei costantemente nel giro della nazionale – competizioni individuali e a squadre – ma come hai iniziato?
Ho iniziato a sollevare pesi quando avevo 18 anni. Sono arrivato a sollevare anche 122 chili. Poi da quando ho conosciuto questo sport, nel 2010, ahimé molto tardi, ho cambiato rotta. Fossi riuscito a iniziare dieci o quindici anni prima sarei andato veramente come un treno. Quando esordii questo sport era arrivato in Italia da pochissimo tempo. Eravamo in cinque. E di certo non c'era l'organizzazione che c'è oggi – come associazioni sportive, training camp e via discorrendo. Non c’era la possibilità di fare tanti allenamenti e c'erano giusto due gare all'anno e il campionato nazionale. Oggi, volendo, sei in gara ogni weekend. Determinazione e caparbietà non mi sono mai mancate, così, nonostante la partenza controvento, sono comunque riuscito a vincere cinque campionati italiani, a partecipare a quattro campionati mondiali World trophy e a un campionato Mondiale individuale. Ho vinto anche parecchie gare in Europa di un certo livello. Insomma, mi sono tolto delle soddisfazioni.

Esordi a dir poco avventurosi.

Quando ho cominciato neppure ero in grado di capire che differenza passasse fra due asce diverse, non distinguevo una Cinquecento da una Ferrari. Non essendoci nessuno che mi insegnava, ho dovuto imparare tutto da solo. E di cose da imparare ce ne sono veramente tante, dall'affilatura dell'ascia al modello di ascia da utilizzare. Oggi chi approccia questo sport non deve fare così tanta fatica.

Da dove nasce la tua passione?

Ho sempre avuto la passione per il bosco, per il taglio delle piante, così anche se faccio il geometra – un lavoro completamente diverso da tutto ciò che circonda questo sport – la passione per il bosco, tramandata anche dai miei nonni, entrambi boscaioli, è sempre rimasta viva, crepitante. Scoprii questo sport nel 2009, a una fiera forestale dove la Stihl organizzava show per promuovere la disciplina. Con un invito: chi vuole provare, scriva a Stihl. E così ho fatto. Alle selezioni ci presentammo in quarantaquattro, ci presero in cinque.

Andrea Rossi (il più alto) e i compagni di nazionale
Andrea Rossi (il più alto) e i compagni di nazionale

Se ti chiamano spaccalegna ti dà fastidio? Non mi sembri uno che potrebbe mai gridare al “wood-shaming”…

Mi possono chiamare come vogliono, l'unica cosa che mi infastidisce è veder sminuite le nostre capacità. Per arrivare in alto servono preparazione fisica e mentale. E attrezzature non indifferenti. Ho vinto campionati nazionali grazie a una grande concentrazione, ma alcuni li ho persi a causa della tensione. Prendi l’Hot saw: ti giochi tutto in 6, 7, 8 secondi. Devi accendere la motosega e tagliare nel minor tempo possibile il tronco in tre fette. Parliamo di un tronco da 46 centimetri di lunghezza e 15 di ampiezza. In una delle ultime gare siamo arrivati in tre nel giro di due decimi di secondo. Sbagliare è molto facile, ci vuole freddezza. Se proprio vogliono darci un appellativo, ci chiamino “axemen”.

Le asce, appunto, il vostro principale strumento di lavoro. A che tipo di performance rimanda l’ascia?

Le discipline con l'ascia sono forse le più complicate. Nella gara i legni sono piuttosto uniformi, però da una gara all'altra possono cambiare. Ci può essere pioppo o il pino strobo, ci può essere un legno appena tagliato, un altro che magari è stato già tagliato da sei mesi. Quindi molto importante è la scelta dell'ascia, perché di asce ce ne sono un'infinità. Diverse dimensioni, diverse affilature. E poi la forma, che cambia a seconda del legno da tagliare. La bravura di un atleta sta nel scegliere l'ascia giusta. E Il tronco non lo devi tagliare in fretta, lo devi tagliare bene, nel senso che i colpi devono essere ben piazzati, potenti e ritmici, non ti si deve incastrare l'ascia. Il punto è trovare l'ascia giusta che penetra in profondità ma che si estrae anche con estrema facilità, in modo tale che non ti faccia perdere il ritmo.

Cosa serve quindi per vincere un Mondiale?

Una preparazione tecnica molto accurata, perché la tecnica fa il 70%. Poi una condizione atletica non indifferente, basata sulla forza, la resistenza, la velocità. Infine una forte preparazione mentale. I primi del mondo, al momento, restano di un’altra categoria, ma una volta che sei lì a giocarti un Mondiale, devi dare tutto. Al meglio. L’anno scorso, per dire, un atleta francese che era solito vincere spesso, e talvolta anche facilmente, è crollato proprio davanti al suo pubblico, quando il Mondiale si è disputato in Francia. Troppa pressione.

Al momento c’è un atleta europeo che sta insidiando gli australiani e compagnia trionfante?

Faccio due nomi. Il polacco Michal Dubicki e lo svedese Emil Hansson, ancora giovanissimo. Credo che in futuro gli atleti europei cresceranno parecchio. Perché questo sport sta crescendo.

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