Jeremy Clarkson torna a colpire dalle colonne del The Sun, scegliendo in primis come “bersaglio” la politica ferroviaria scozzese. In un nuovo articolo apparso sul tabloid, l’ex conduttore di Top Gear punta il dito contro l’esperimento di abolizione delle tariffe ferroviarie nelle ore di punta promosso nel 2023 dal governo scozzese, definito “guidato da ideologi di estrema sinistra”. Secondo Clarkson, il piano – costato 40 milioni di sterline – si è rivelato un fallimento: l’aumento di passeggeri è stato minimo (+6,8%) e non ha avuto alcun effetto sull’uso dell’auto. “La maggior parte di quell’aumento – scrive – è dovuta a qualche pendolare benestante che ha semplicemente preso il treno più spesso”. Il programma è stato abbandonato, ma ora torna sul tavolo. “È la definizione di follia: riprovare la stessa cosa sperando in un risultato diverso”, afferma. Nel mirino di Clarkson finiscono anche i costi dell’operazione: “Per renderla sostenibile, servirebbe un aumento del 10% dei passeggeri. Ma non è successo. Quindi chi coprirà il buco? I contribuenti. E poiché solo 2,6 milioni di scozzesi pagano l’imposta sul reddito, il grosso arriverà dall’Inghilterra”. Il commentatore si dice preoccupato che Westminster possa emulare il modello scozzese, arrivando a nazionalizzare le ferrovie e, ironizza, “pagare i macchinisti più dei calciatori della Premier League”.

Attacchi anche ai sostenitori del Net Zero, agli “eco-mentalisti”, e ai sostenitori del lavoro da remoto, bollati come persone che “non lavorano affatto”. Clarkson non risparmia nemmeno il leader laburista Keir Starmer che, a suo dire, pare non aver mantenuto le promesse sulla riduzione delle liste d’attesa per gli esami di guida: “Avevano promesso 10.000 esami in più al mese. Ora ci sono 80.000 persone in più in coda. È un record”. Infine, chiusura in stile Clarkson: ironie su ministri che prendono taxi da 350 miglia, cure stravaganti per i crampi notturni a base di magnesio, e un appello lanciato da un gruppo per la sicurezza stradale di limitare la velocità a 10 miglia orarie. “Allora perché non abbassare il limite di velocità ovunque a 1 mph? O dare a tutti una macchina di Formula Uno. Con quelle puoi schiantarti contro un muro a 180 mph e uscirne illeso”. Per poi aggiungere: “Se volete davvero ridurre a zero il numero di morti sulla strada, iniziate con questo: vietate le biciclette”. Chiude l’articolo con una nota personale (ma non troppo): la musica in auto cambia la velocità di guida, secondo uno studio recente. E lui lo sa bene: il tratto tra la sua fattoria e il pub – 8,5 miglia di curve e saliscendi – è il teatro delle sue “sfide musicali”. L’obiettivo? Raggiungere il pub prima che finisca una canzone. E che musica. Ce l’ha fatta con Supper’s Ready dei Genesis. “23 minuti di guida fantastica e ottima musica. Vi ho perso, vero? Scusate.”
