Vedi Toprak tagliare il traguardo su di una ruota sola, che è quella davanti. Lo vedi impennare di continuo nel paddock, guidare la sua R1 come se l’avesse rubata, giocare a calcetto tra i camion. Parla poco Razgatlioglu, è un fuoriclasse uscito dal nulla con una fame agonistica che in molti possono scordarsi, tanto che Max Temporali sostiene che sia disposto a ingoiare più fango di quanto potrà mai fare un europeo. Toprak, il passaporto turco e il numero uno sul cupolino, ci ricorda Zlatan Ibrahimovic. Non è uno spaccone, il turco, ma ha dentro di sé tutta la rabbia, la violenza sportiva e la classe dello svedese, otre ad una passione comune per le arti marziali. Vedi Toprak picchiare come Brad Pitt in Fight Club - col demonio addosso e tutta la forza che ha in corpo - e capisci che non è come gli altri. Lo vedi poi andare a pranzo con gli amici dentro un’officina e la foto (in apertura) sembra presa da un video della Dogo Gang.
Basta un giro veloce sui suoi profili social per capire che lui, se non vincesse i mondiali in sella a una moto, sarebbe un agente del caos: salti con la moto d’acqua, verticali su di un hoverboard in movimento, foto con Erdogan. Toprak non ride mai, nemmeno in cima al podio dopo la gara della vita, al massimo sorride. Ma ha 25 anni ed ha già vinto l’europeo Superstock nel 2015, si è classificato come miglior pilota indipendente in Superbike nel 2019 e nel 2021 è diventato il primo campione del mondo turco. E qualche mese fa, con Yamaha, ha provato la MotoGP ad Aragon, operazione goffamente mascherata come premio per aver strappato il titolo a Kawasaki dopo sei anni consecutivi. Non ci sono tempi ufficiali, ma pare che il turco abbia girato a circa un secondo dal miglior tempo di Fabio Quartararo con gomme dure e una ventina di giri a disposizione. Per lui c’era - prima che Razali passasse ad Aprilia per il 2023 - la possibilità di fare il salto in MotoGP all’interno del team satellite Yamaha, ma Razgatlioglu ha risposto con un fermo no: cambiare campionato può farlo, ha detto a chiare lettere, ma solo per un team ufficiale. A vedere come guida, il curriculum che ha costruito e gli hobby che ha, al posto di Carmelo Ezpeleta non ci penseremmo due volte a metterlo sul primo aereo per il motomondiale. Uno così non lo ritrovi altrove.