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Toprak Razgatlioglu vince Gara1 a Misano davanti a un Nicolò Bulega "più incaz*ato che contento". Terzo a oltre 15 secondi Danilo Petrucci (e incaz*ato pure lui)

  • di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

14 giugno 2025

Toprak Razgatlioglu vince Gara1 a Misano davanti a un Nicolò Bulega "più incaz*ato che contento". Terzo a oltre 15 secondi Danilo Petrucci (e incaz*ato pure lui)
Fanno un altro mestiere. Ormai è anche inutile ripetere che Toprak Razgatlioglu e Nicolò Bulega, come ha ribadito anche Danilo Petrucci nella sala stampa del Marco Simoncelli World Circuit, sono capaci di giocare su un livello irraggiungibile per tutti gli altri. L'hanno fatto anche oggi a Misano,con il turco che l'ha spuntata sull'italiano alle prese con qualche problema inaspettato e "da capire"

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

“Non so quanto la penalità abbia condizionato la gara, di sicuro mi sono arrabbiato e l’ho anche detto in direzione gara che io non posso guidare anche la moto di Andrea Iannone”. Nicolò Bulega se l’è giocata fino all’ultimo in Gara1 con Toprak Razgatlioglu, ma la faccia non è quella di chi ha appena portato a casa un altro risultato importante e non scontato.

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“No – racconta – non ho avuto il feeling di ieri e di questa mattina, dobbiamo capire cosa è successo. E' vero che partivo quarto dopo la penalità, ma in mezzo giro ero davanti. Toprak dopo Most ha fatto un piccolo passo in avanti, ma noi oggi eravamo al novanta per cento: non siamo riusciti a dare tutto come avrei voluto”. Non fa drammi per il secondo posto, ma ammette di essere preoccupato per qualcosa che non aveva previsto. “E’ come se in gara fosse andato tutto diversamente da come avevo immaginato – ha aggiunto – forse ha influito anche la scelta delle gomme. Quando Toprak mi ha sorpassato ho avuto un problema con una marcia e lì ho dato anche una testata al cupolino che si è spaccato, ma non credo che il cupolino rotto possa aver influito. Dobbiamo lavorare e mettere a posto meglio il set up per domani perché siamo lì e possiamo vincere”.

Non è dietro che Bulega guarda – visto che il primo degli umani, Danilo Petrucci, ha chiuso con sedici secondi di distacco dai due extraterrestri – ma davanti. E davanti c’è stato quel Toprak che invece nella Superpole del mattino s’era complimentato per le cose che aveva visto fare a Nicolò e per il tempo strappato. "Sinceramente, per quello che si è visto questa mattina, non mi aspettavo di vincere qui - ha detto Toprak Razgatlioglu - In ogni caso sono molto contento di esserci riuscito grazie al lavoro fatto con la squadra. Con Nicolò abbiamo girato su tempi incredibili e quando a metà gara ho provato a chiudere un po' per preservare la gomma ho sentito che era di nuovo sotto. Lì ho capito che sarebbe stato un errore mettersi a fare calcoli e ho spinto tornando sotto l'1,34. Domani sarà ancora una gran battaglia".

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Terzo di giornata, come già accennato, un Danilo Petrucci tutt’altro che contento. “Preferirei – ha detto – essere il terzo di tre piuttosto che il primo di tutti gli altri: Nicolò e Toprak fanno proprio un altro mestiere e mi sembra evidente che non è questione di moto ufficiale, ma sono loro due a fare la differenza. Oggi ci abbiamo messo una toppa, la battaglia con Lowes è stata incredibile e ce le siamo date praticamente per tutta la gara. Il terzo posto sicuramente è un buon risultato, ma domani partirò di nuovo dietro per via di quello che tutti avete visto (Petrucci è stato rallentato da Iannone e dallo stesso Bulega in qualifica, come raccontato qui, ndr). Saremo costretti a un’altra rimonta. Con Nicolò ci siamo chiariti? Sì, subito e anche adesso qui in sala stampa. Con Iannone no”.

Quanto agli altri, Alex Lowes con Bimota e Andrea Locatelli con Yamaha hanno completato la top five, mentre Yari Montella ha chiuso ottavo dietro a Alvaro Bautista e Michael Ruben Rinaldi ha strappato una quindicesima posizione. Tante le cadute, a cominciare da quella di Axel Bassani nei primissimi giri, quando era secondo tra Bulega e Razgatlioglu. A terra anche Andrea Iannone, Remy Gardner, Dominique Aegerter, Bahattin Sofuoglu e Michael Van der Mark.

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