“Di notte cambia tutto, un po’ sicuramente cambiano anche i riferimenti, ma è una questione, più che altro, di luci e di ombre. In ogni caso è una figata per matti veri e sono in tanti a invidiarci”. Abbiamo “fermato” Michele Pirro subito dopo la presentazione della CIV Night 2025 nel bel mezzo della “ormai sua” Misano e nel venerdì delle Superbie in pista. Il primo argomento, quindi, non poteva non essere quello di cui il collaudatore e pilota della Ducati aveva appena parlato in conferenza stampa, raccontando il punto di vista di chi vive la folle notte del Marco Simoncelli Wolrd Circuit dall’asfalto, sopra a missili terra terra che per l’occasione hanno anche “rispolverato” i fari. “La cosa bella della CIV Night è che non finisce – racconta ancora Pirro – Nel senso che per qualche giorno, anche dopo che è andata in scena, sono tantissimi i piloti, anche della Superbike e della MotoGP che chiamano con la curiosità di farsi dire com’è. Perché ok che di notte si corre anche nell’Endurance, ma la gara secca è qualcosa che in pochi possono vivere e è tutta una emozione diversa, tanto che, per una volta, hai quasi la sensazione che sono quelli della Superbike o della MotoGP a invidiare quelli del CIV (ride, ndr)”.

La sfida, per quanto riguarda il pilota pugliese ormai trapiantato in Emilia Romagna, sarà, però, provare a ripetersi. “Io divento sempre più vecchio e gli altri sempre più forti – scherza ancora – adesso, però, ho cominciato a pensare anche in prospettiva diversa e oggi qua a Misano sto vivendo una esperienza incredibile”. Il riferimento è alla tappa del monomarca Ducati dedicato ai possessori di Panigale V4 (la V4 Elite Cup) di cui proprio Michele Pirro è a tutti gli effetti il padre. “All’inizio pensavo fosse una follia, invece la risposta è stata straordinaria. Ci sono una trentina di partecipanti davvero da ogni angolo del mondo e avremo anche una gran bella sorpresa – racconta – Bello, sono incasinatissimo perché il da fare è tanto, ma pure gasatissimo. Con Ducati ogni tanto ce ne inventiamo una, ma questa della V4 Elite Cup è una esperienza incredibile”.
Piccoli, o grandi, pezzi di vita intorno alla vita del pilota e a quella del collaudatore, con una sfida tutta nuova all’orizzonte per Pirro. “Sì, non vedo l’ora di provare la Desmosedici del 2027, con il motore da 850cc, ma ancora non è il tempo di metterla tra i cordoli – ha spiegato – non c’è fretta, ma si sta comunque lavorando ormai da tempo. Non credo mancherà moltissimo. Penso che qualcosa in meno a livello di performance potrà esserci, ma di sicuro non si andrà molto più piano di quanto si va adesso, perché comunque la riduzione di cilindrata non è eccessiva e, soprattutto, le case hanno avuto circa due anni per capire come spremere ogni singolo cavallo. Non mi sorprenderei se lo spettacolo sarà ancora migliore dal 2027”.

Migliore per via delle moto e, chiaramente, anche dei piloti in pista. “Il livello – ha detto il collaudatore della Ducati – è sempre più alto. Credo che quest’anno con questo Marc Marquez l’asticella si sia alzata ulteriormente e comunque rispetto al passato si ha la percezione che tutti potrebbero vincere. La MotoGP non è più come quando la vittoria era questione dei soliti due o tre perché magari tutti gli altri avevano moto meno performanti. Poi, certo, sapere che la Ducati è in ogni caso la moto più performante e quella che tutti vogliono mi riempie di orgoglio. Ma questo l’ho già detto tante altre volte. Tra l’altro è la stessa cosa anche qui in Superbike: è la Ducati la moto di riferimento”.
E’, di fatto, ciò che dice anche la classifica, con solo Toprak Razgatlioglu a provarci con una moto che non è uscita da Borgo Panigale. Uno, Toprak, che il grande salto dalle derivate di serie ai prototipi lo farà già dalla prossima stagione. “Ha talento – commenta Pirro, ma tagliando corto – se vuole provarci è giusto che ci provi: ha avuto l’opportunità con Yamaha e l’ha colta. Posso solo augurargli il meglio”. Un “meglio” che, inevitabilmente, Pirro augura anche per Nicolò Bulega, che il grande salto potrebbe farlo con tempi meno stretti e un percorso più cadenzato. “Lavoreremo insieme in questa sua doppia veste di pilota per la Superbike e collaudatore – ha raccontato Pirro – Nicolò meritava questa opportunità e è a tutti gli effetti uno della famiglia Ducati. Che risultati potrà avere? Non lo so, vedremo e capiremo, di sicuro il talento non gli manca e lo sta dimostrando in tutti i modi. Ducati non avrebbe scommesso così su di lui se non avesse riconosciuto in Nicolò un talento enorme e una gran capacità e attitudine a un certo tipo di lavoro. Come sarà il nostro rapporto? E’ molto buono e continuerà a essere così, mentre se è la domanda è su come ci organizzeremo come collaudatori ancora non so rispondere perché non abbiamo parlato con Ducati di questi aspetti”.
E la MotoGP? Ovviamente due domande al volo, proprio mentre Pirro entrava nello spazio riservato ai “suoi” piloti amatoriali (ma neanche tanto, visto i tempi) della V4 Elite Cup gliele abbiamo fatte anche su quella. “Dopo due gare strane come Le Mans o Silverstone ho visto che qualcuno provava quasi a parlare già di Ducati in crisi – ha detto con quell’ironia che suona di sassolino tirato via dalla scarpa – Mi sembra che Aragon abbia ampiamente detto che Ducati non solo c’è ancora, ma punta sempre più in alto con tutti i suoi piloti. Marc in questo momento fa la differenza, ma non è che gli altri di Ducati stanno facendo male”.
Quasi un modo per dire, senza fare esplicitamente il nome, che anche i risultati di pecco Bagnaia, al di là di tutti i commenti fatti e letti in giro, parlano comunque di scarto in avanti. “Bagnaia ha avuto qualche problemino in più – ha concluso Pirro – ma non si può certo dire che non sia della partita. Desmosedici GP 24 e Desmosedici GP25 differiscono in piccolissime cose, ma sono davvero molto simili. Si tratta solo di sistemare qualche dettaglio, già a Aragon abbiamo visto qualcosa di importante a mio avviso. In tanti mi chiedono se per Pecco l’aver utilizzato il disco di diametro maggiore può aver fatto la differenza più sul piano mentale che su quello concretamente tecnico, ma magari sono entrambe le cose. In che percentuale? Le percentuali fatele voi!”.
