Quando Sergio Marchionne morì improvvisamente, nel 2018, lasciando un vuoto enorme nel mondo della Formula 1 e dell'automotive, Toto Wolff commentò commosso: "Questo è un giorno triste per tutti noi in Formula 1. Abbiamo perso un grande sostenitore del nostro sport, il leader dei nostri competitor, ma anche un alleato e un amico".
Parole sentite che, già allora, fecero trapelare la profonda ammirazione che il numero uno di casa Mercedes nutriva nei confronti del manager italiano. Proprio di questa profonda ammirazione è tornato a parlare ultimamente Toto Wolff che, nel corso di un'intervista rilasciata a Performance People, ha spiegato il suo metodo per essere un buon team principal e leader: "La cosa più importante è essere autentici nel modo in cui agisci ed essere fedele a te stesso. Perché se non sei autentico e cerchi di fingere di fare le cose in un certo modo, le persone attorno a te lo capiranno. Chiaramente, se guardiamo ai due lati della medaglia, devi essere una persona assolutamente empatica che evita le controversie, cerca di gestire con amore e, in determinate fasi, rimarrà deluso dal modo in cui le persone abusano di questo tipo di personalità. Dall'altro lato, c'è la "mazza da baseball" che genera terrore e ansia, spingendo davvero le persone oltre il limite".
A ispirare il metodo duro e risoluto mostrato in alcune occasioni in Formula 1 da Toto Wolff è stato proprio il manager italiano: "Una delle persone che ho ammirato per la capacità di essere sempre e comunque autentiche era Sergio Marchionne. Purtroppo è morto qualche anno fa, ma era il capo della Ferrari e di quello che oggi è il Gruppo Stellantis. Era duro, voglio dire, ma è rimasto fedele al suo stile e ha avuto molto successo".