La montagna russa del World Endurance Championship ha ripreso il suo corso dopo una pausa estiva abbastanza lunga per dare vita a un weekend ricco di importanti avvenimenti. Primo su tutti è sicuramente il secondo campionato assegnato della stagione - dopo la vittoria di Corvette a Monza - a Toyota, che correva proprio sulla pista di casa dove è riuscita ad ottenere uno dei migliori risultati della stagione con la doppietta davanti a tutti i suoi tifosi, ma le lotte serrate nelle altre classi hanno sicuramente dato altrettanto spettacolo. Infatti in LMP2 la battaglia per il podio è durata dall’inizio fino all’ultimissima curva, con Robert Kubica e il Team WRT che sono riusciti ad avere la meglio sui competitors, mentre la Ferrari è finalmente riuscita a tornare al successo in GTE Am, con la #54 di AF Corse davanti a tutti quanti.
A fare da scenario alla penultima gara della stagione è stato il circuito situato ai piedi del Monte Fuji, che ha regalato dei momenti spettacolari con dei giochi di luce incantevoli, insieme ai 54.000 appassionati accorsi sulle tribune per godersi l’azione dal vivo. Dopo il primo giorno sotto la pioggia, le qualifiche sono state asciutte per le GT e prototipi Oreca, mentre durante il turno delle Hypercar una leggera pioggerellina è tornata a cadere rendendo più difficile il lavoro dei piloti della classe regina, alle prese con un asfalto particolarmente scivoloso. In pole davanti a tutti ci si è messo l’eroe di casa, Kamui Kobayashi, che sembrava decisamente su un altro ritmo rispetto a tutto il resto della griglia, con la vettura sorella subito dietro e la seconda fila firmata, per la prima volta, Porsche. Con la Cadillac a chiudere la Top 5, le due Ferrari di Nielsen e Calado si sono dovute accontentare della sesta e settima posizione.
La gara di casa non poteva andare meglio per Toyota Gazoo Racing: dopo la pole si sono presi anche una doppietta e, ciliegina sulla torta, il titolo costruttori. Se non c’erano assolutamente dubbi sulla loro performance fino a qualche attimo prima della partenza, è dopo che i semafori si sono spenti che sono iniziate le sorprese. Infatti a prendersi la testa della corsa non è stata una GR010 Hybrid, tantomeno una delle due rosse di Maranello, ma Laurens Vanthoor, al volante della Porsche ufficiale gestita dal Team Penske. Sfruttando le traiettorie fuorvianti degli avversari, il pilota belga è riuscito a superare le due Toyota e a mantenerle dietro per ben quattro ore grazie anche alla splendida difesa prima di André Lotterer, e poi di Kevin Estre - che le ha provate veramente tutte pur di resistere agli attacchi dei giapponesi.
Toyota però non si smentisce mai e, nonostante tutte le avversità del caso, riesce sempre a tornare davanti a tutti. Con una doppietta davanti a tutti i suoi tifosi, la casa costruttrice giapponese ha conquistato il suo campionato costruttori consecutivo, confermandosi come la squadra più forte in griglia. Nonostante la loro gara non sia andata proprio come si aspettavano, dato che la Porsche gli ha dato del filo da torcere e non è stata affatto facile da superare, sono riusciti a prendersi il loro dominio, collezionando abbastanza punti per arrivare all’ultima tappa del 2023 in Bahrain tranquilli.
E Ferrari che fine ha fatto? La rossa di Maranello, gestita da AF Corse, si è trovata in difficoltà serie, forse per la prima volta dall’inizio della stagione. Già il tracciato non era particolarmente affine alle caratteristiche della 499P, appesantita e con potenza ridotta dopo il severo BoP applicato dopo la vittoria a Le Mans. Gli pneumatici sono stati particolarmente difficili da gestire e, con la speranza di una pioggia mai arrivata, la Ferrari si è dovuta accontentare di un quarto e quinto posto dopo essere stata addirittura doppiata dai suoi diretti avversari di Toyota. Oltre ad essere stato il primo weekend in cui uno dei due equipaggi non è salito sul podio, la Scuderia di Maranello si è dovuta anche arrendere in termini di campionato costruttori: ormai il gap di punti è troppo ampio e irraggiungibile. La speranza non va però persa, perché Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado sonoancora in lotta per il titolo piloti - proprio contro i due equipaggi di Toyota - e il Bahrain sembra il posto perfetto per riuscire a conquistarlo.
Per quanto riguarda i restanti team, Cadillac e Peugeot non sono stati troppo brillanti in gara, con la LMDh americana che ha addirittura perso una ruota durante le ultime due ore di gara, per fortuna senza provocare grandi danni. Le due Porsche clienti non si sono dimostrate chissà quanto più veloci, con la Jota sesta alla bandiera a scacchi e la Proton di Gianmaria Bruni a chiudere la Top 10. Crisi nera per Vanwall, che addirittura non riusciva ad andare più veloce delle LMP2 in certi momenti della corsa e che quindi si trova ancora in altissimo mare. Assente la Glickenhaus che ha deciso di saltare il round giapponese per questioni di budget.
Con l’ultima danza delle LMP2 in arrivo - visto che dal 2024 i prototipi non saranno più in pista insieme al WEC - le battaglie si fanno ancora più serrate, per ricordare di quanto competitive e divertenti siano queste vetture. Il prototipo n. 41 del Team WRT è stato protagonista della gara giapponese, con il lavoro impeccabile svolto da Rui Andrade, Louis Deletraz e Robert Kubica, ormai in allungo nel mondiale. Seconda nel mondiale è ancora Inter Europol Competition che però deve stare molto attenta, dato che United Autosports l’ha ormai raggiunta: dopo la lotta incredibile per il secondo gradino del podio contro la #31 del Team WRT, Lubin, Hanson ed Albuquerque sono riusciti a guadagnare quei punti in più che portano il team britannico a solo una lunghezza di distanza dai diretti avversari. Il mondiale è più che aperto in questa categoria e il Bahrain ne vedrà sicuramente di tutti i colori: dopo le bagarre delle scorse tappe c’è da aspettarsi qualsiasi cosa.
Se la Ferrari in Hypercar è tornata a casa a bocca asciutta, le soddisfazioni in classe GTE Am non sono mancate. Dopo una gara che li ha visti sia in salita che in discesa, Davide Rigon, Francesco Castellacci e Thomas Flohr si sono aggiudicati la vittoria della 6H di Fuji, riportando la 488 GTE di AF Corse davanti a tutti dopo la 6H di Spa Francorchamps. Nemmeno un contatto con i neo campioni del mondo di Corvette li ha fermati, i tre della Ferrari argentata n. 54 si sono imposti sul resto della griglia. Sul secondo gradino del podio sono saliti invece gli inarrestabili della Corvette, che non si accontentano mai e nonostante il campionato mondiale vinto continuano a spingere al 100%. In realtà, seconda sotto la bandiera a scacchi c’è passata un’altra Ferrari, quella di Kessel, penalizzata però con dieci secondi per un’infrazione durante una Full Course Yellow e quindi scesa sul terzo gradino del podio.
Con la penultima tappa andata in porto al WEC toccano altri due mesi di pausa per ricaricarsi e tornare in pista in Bahrain, a Sakhir, per una otto ore di fuoco che si prospetta già parecchio interessante.