Un’iniziativa dell start-up Get Your Guide offre ai tifosi della Formula 1 una preziosa opportunità: visitare lo stabilimento McLaren Technology Centre di Woking. Ad attenderli anche le auto che hanno fatto la storia della McLaren, come quelle che nel ’98 e nel ’99 hanno accompagnato verso il primo posto Mika Hakkinen, ex pilota finlandese vincitore di venti Gran Premi. La storia di Hakkinen si intrecciò in quegli anni con quella del sette volte campione del mondo Michael Schumacher, dando vita a scontri memorabili: una rivalità di cui certamente racconterà ai visitatori che si recheranno a Woking. Cosa gli dirà?
Lo ha raccontato a f1-insider.com in un’intervista: “Abbiamo percorso una lunga storia insieme, già all’età di 14 anni ci sfidavamo sui kart. La nostra rivalità, per certi versi divertente, è iniziata allora. Una volta l’ho battuto come ospite in una gara di Formula 3 tedesca, e la cosa non gli piacque affatto. Tuttavia, abbiamo avuto grandi duelli. Era un avversario piuttosto duro, non lasciava mai molto spazio, si difendeva sempre con estrema durezza". E ha continuato: “Ci sono molti aspetti che ammiravo di lui, e il più importante era quello di non mollare mai. Arrendersi non era nel suo vocabolario, e spero che questa qualità lo aiuti anche oggi”.
Hakkinen ha ricordato anche i momenti di rabbia dovuti alle tensione in pista, richiamando alla memoria la gara del 2000 a Spa, quando venne spinto sull’erba a 300 km/h: “In quell’occasione gli dissi di usare il buon senso. A quella velocità è una questione di vita o di morte. Lui si limitò a scuotere la testa e a guardarmi con aria interrogativa. Per lui era una gara”.
Il Finlandese volante, come era stata soprannominato ai tempi, ha poi espresso tutta la sua stima nei confronti di un rivale pieno di qualità: “Alla fine è stato il migliore di noi. Michael, oltre a essere un grande talento naturale, era una persona che lavorava molto duramente, era mentalmente molto forte e anche molto intelligente. Sapeva esattamente cosa voleva e lo diceva in modo molto diretto. Le vittorie non arrivano per caso. Sono il risultato di un duro lavoro”. “Credo che tutto si trasformi" ha chiosato "tutto quello che fai ti torna indietro, ed è così che si forma un’immagine”.