È stato un debutto emozionante quello di Lewis Hamilton in Ferrari, ma non solo. Cinque run effettuati per un totale di trenta giri, importanti per iniziare a familiarizzare con le metodologie di lavoro della Scuderia, oltre che per testare l’efficacia dei primi aggiustamenti richiesti durante il lavoro di preparazione effettuato. Sceso dalla vettura, Lewis non ha perso tempo: taccuino in mano, seguendo le orme di Sebastian Vettel e primo debrief con gli ingegneri e i tecnici della Scuderia, rimarcando quel fare da perfezionista che da sempre lo ha caratterizzato.
Un esordio preparato con la massima cura del dettaglio, in fabbrica e al simulatore, provato nella giornata di martedì così da poter fornire i primi feedback in vista dei primi giri al volante della SF-23. Un lavoro su più aree, volto soprattutto a “modellare” l’abitacolo della Ferrari intorno a Sir Lewis. Terminata l’attività in pista, l’inglese ha evidenziato come non ci sia stato alcun problema né con il primo sedile realizzato, né con il volante della monoposto, che ha subito solo alcuni leggeri aggiustamenti, senza nessuno stravolgimento come inizialmente si pensava. C’è invece ancora del lavoro da fare sulla pedaliera, nonostante Lewis abbia provato differenti configurazioni, senza però trovare quella ottimale oltre che sull’impianto frenante Brembo: Hamilton, che sino alla scorsa stagione ha lavorato con i francesi di Carbon Industrie, parrebbe aver richiesto alcune modifiche nella risposta del pedale del freno, come riportato dai colleghi britannici di Autosport. Dettagli da affinare in vista della prossima tre giorni di test a Barcellona, che precederà le prime uscite con la vettura del 2025. Ottimi invece sono stati i feedback sulla Power Unit Ferrari, più gentile rispetto a quella Mercedes, una caratteristica riscontrata in generale su tutto il pacchetto testato. Infine, una risposta positiva è arrivata anche dai primi scambi con Riccardo Adami, l’altro grande cambiamento in vista della prossima stagione: il bresciano succederà a Bono, Peter Bonnington, come ingegnere di pista di Hamilton, accompagnandolo nella sua avventura con la Scuderia. Dunque, un debutto positivo anche sul fronte tecnico, nonostante i grandi cambiamenti che hanno caratterizzato l’inizio di questa nuova grande sfida.
C’è però un altro elemento che ha attirato a sé grande attenzione, ovvero il suo primo casco da pilota Ferrari. Nonostante in molti avrebbero scommesso sul rosso, il colore principale scelto da Lewis è stato il giallo, il “suo” colore sin dai primi giri in kart. Una scelta che ha riportato l’inglese alla sua prima “prima volta”, come da lui stesso raccontato in un’intervista rilasciata a Mercedes nel 2013: “Mio padre si è seduto con me. Mi ha detto, ‘Quali colori vuoi?’. Lui ha scelto il giallo perché era nervoso che quando sarei arrivato alla curva uno con 40 o 50 go-kart attorno non sarebbe riuscito a capire quale fossi. Così ha scelto il giallo. Io ho scelto il rosso, il blu e il verde”. Colori, questi, che lo hanno accompagnato sia nei primi anni in monoposto, sia nel suo esordio in Formula 1 nel 2007, anno in cui Sir Lewis sfiorò l’impresa di conquistare il mondiale piloti da debuttante, andato poi a Kimi Raikkonen. Un giallo diventato poi Giallo Modena in vista del debutto a Maranello, colore simbolo della storia Ferrari e sfondo del Cavallino Rampante, come rivendicato da molti dei tifosi presenti a Fiorano. Un filo che lega il passato, fatto di momenti indimenticabili e un futuro tutto da scrivere. La nuova avventura di Lewis è iniziata.