“Prima di una stagione o della prima gara, ci sono tecnici che prendono in esame la moto e stabiliscono se è sicura per gareggiare. Quando si cade, la moto inevitabilmente non è più quella e una moto incidentata può essere pericolosa: Marc Marquez a Jerez non ha fatto una cosa proprio sicura”. Sono parole di Ramon Forcada, con il “grande vecchio” della MotoGP che dal salotto di Jorge Lorenzo sceglie ancora una volta di andare controcorrente. Se tutti, compreso Gigi Dall’Igna, hanno infatti esaltato la rimonta di Marc Marquez a Jerez e la generosità (e la fame) dimostrata riprendendo la pista e arrivando dodicesimo con una Desmosedici semidistrutta, Forcada ha posto l’accento sulla “questione sicurezza”, pur ribadendo che “quel ragazzo riesce a fare cose speciali”. Non ce l’ha quindi con Marc Marquez, ma, senza dirlo esplicitamente, sembra chiedersi se non fosse stato opportuno, viste le condizioni della Desmosedici col 93 sul cupolino, fermare il pilota così da avere la certezza di scongiurare ogni possibile – e a quel punto imprevedibile – pericolo.

Punto di vista differente, quindi, per uno che nel paddock ha passato talmente tanti anni da potersi permettere considerazioni pubbliche che molti altri farebbero (o hanno già fatto) solo in segrete stanze. Quasi una forma di cinismo, quella di Forcada, che diventa evidente quando la chiacchierata di Dura La Vida si sposta su Pedro Acosta. Perché? Perché per Forcada il giovane talento spagnolo è quasi in trappola. “Acosta – dice – ha ancora un anno di contratto con KTM e c’è una sola moto su cui vale la pena andare: la Ducati. Ma siamo sicuri che a Ducati interessi mettersi a fare ‘la guerra’ a un altro marchio?”

Una domanda, quella di Forcada, che sembra trascinarsi dietro anche la risposta: “con tutti i piloti che ha Ducati. E’ vero che ci sono i team satellite, ma nessuna squadra privata potrebbe permettersi i costi per la rescissione di un contratto”. Ecco perché, anche per capire quale sarà davvero il futuro di Acosta, bisognerà vedere quale sarà l’oggettiva crescita di Honda e Yamaha già da Le Mans. Anche perché Forcada sembra credere meno di niente all’ipotesi di BMW che potrebbe rilevare le squadre di KTM: “Dovrebbero partire da zero e è già tardi: BMW in MotoGP non ha niente”. Chi ha una storia di vittorie, invece, è Honda e secondo l’ex capotecnico di Lorenzo, Vinales e Morbidelli è proprio quello il marchio da tenere d’occhio. “Honda sta provando cose nuove – ha detto - ma hanno problemi di potenza. Però hanno iniziato a difendersi bene e questo è molto importante: HRC non ha dimenticato come si fanno le moto. Se decidono di lavorare, qualcosa di buono per loro arriverà sicuramente”.
Un discorso che, tutto sommato, vale anche per Yamaha, anche se la strada potrebbe essere un pochino più lunga, Tanto che Forcada sembra considerare “un episodio” a pole e il podio ottenuti da Fabio Quartararo a Jerez. “La moto era quella di sempre – ha concluso – hanno solo sistemato piccoli dettagli e quando è così, se ti capita il circuito giusto, magari il risultato arriva. Il problema, però, è che arriva solo per un giorno. Yamaha ha un nuovo motore e anche un V4, ma sarà un processo molto lungo. Ne ho parlato anche con lo stesso Fabio Quartararo, lui non sa se Yamaha avrà il V4 nel 2026, ma è sicuro che lo avrà nel 2027. Per ora vanno avanti e basta e sono più contenti rispetto al passato”.