”Eh, ma Toprak sta già pensando alla MotoGP e è distratto dalle ipotesi di mercato! Eh, ma Toprak guida una BMW rivoluzionata dopo il “cambio di regolamento” avvenuto appena un mese prima che iniziasse il mondiale. No, signori, le considerazioni potranno pure essere corrette, ma l’unica verità adesso è un’altra: questo Nicolò Bulega ha cannibalizzato la Superbike meglio di quanto non riesca a fare Marc Marquez in MotoGP. Sì, il paragone è scomodo, ma serve a rendere l’idea dello stato di grazia del pilota italiano, capace di “mettere i piedi in testa” a tutti in ogni situazione di gara. Se serve il ragionamento e il pensiero gli riesce meglio di altri. Se serve l’aggressività è capace di essere feroce come nessuno. E quella Ducati con l’11 sul cupolino diventa imbattibile pure per uno che – MotoGP o non MotoGP, mercato o non mercato, cambio di regolamento o meno – riesce a mettersi dietro stabilmente tutte le altre. Che sono identiche. Ora è appena andato in archivio anche il week end di Cremona e la sentenza dovrebbe bastare a spazzare via tutte le “scuse pro Toprak”. Senza nulla togliere al turco, sia inteso, ma rendendo il giusto merito a un Bulega che non finisce mai.

E’ biondo e ha modi da principe, ma l’anima è quella del cannibale. E ha trasformato il fine settimana della Superbike a Cremona in uno one man show degno degli oltre quarantamila spettatori che hanno gremito gli spalti e i prati del piccolo circuito lombardo. Superpole Race, Gara 1 e Gara 2 senza storie. Un en plein che suona di predestinazione(tra l’altro sotto gli occhi di Gigi Dall’Igna), con Razgatlioglu e Bautista costretti a fare da comprimari. Persino il podio, identico in tutte e tre le corse, sembrava stampato con il master dell’inevitabilità. "Ho spinto al limite ogni giro - ha raccontato il campione del mondo turco - contro Nicolò e la sua Ducati non posso fare di più".
E' chiaro che Toprak non è contento, così come è chiaro anche che - come è nell'indole di ogni pilota - cerchi una giustificazione nel "telaio che BMW na può usare", nel calo generale della moto e nel "regolamento cambiato all'ultimo". Il punto, però, è che se la superiorità fosse davvero solo attribuibile al mezzo, allora anche tutte le altre Ducati sarebbero davanti o comunque non così tanto distanti dalla sua BMW. E poco c'entrano anche tutte le voci sul futuro dell'attuale campione del mondo, sul possibile passaggio in MotoGP e sulla mega offerta che Honda gli avrebbe fatto, promettendogli un anno ancora in Superbike prima dell'esordio in MotoGP con i nuovi prototipi da 850cc e gomme Pirelli.
Il turco della BMW, in Gara 2 come in Gara 1, c’ha provato fino a che ha potuto per sei giri o giù di lì, visto che poi Bulega è entrato in modalità “provate a prendermi” e, decimo dopo decimo, s’è portato a un margine di sicurezza di oltre un secondo e mezzo (un secondo e otto sotto la bandiera a scacchi). Adesso i punti di vantaggio in classifica generale sono 34. Sì, come il numero della leggenda Kevin Schwantz che ieri è stato ospite proprio nel box di Ducati. E ora arriverà Most, un pista che, almeno sulla carta, dovrebbe riproporre la solita sfida e probabilmente anche lo stesso copione, visto che Bulega e Toprak fanno un altro mestiere ormai dal giorno zero di questa stagione.
Dietro il principe cannibale, comunque, la domenica di Cremona ha proposto anche altri racconti: Danilo Petrucci, quarto con la Ducati satellite in Gara 2, ha rimpiazzato Andrea Iannone (penalizzato in Gar2 per partenza anticipata) nel tappetino del parco chiuso riservato al migliore dei privati, mentre le altre BMW, Yamaha e Bimota hanno dovuto accontentarsi oggi del ruolo di comparse.