Scordatevi le ipotesi di biscottone e scordatevi pure le teorie sulla sacra alleanza giapponese per piegare le italiane. Però che Marc Marquez tornerà e sarà verosimilmente un arbitro del mondiale tenetelo bene a mente, visto che uno così riesce a essere protagonista anche quando protagonista non può esserlo più. Non è una critica, sia inteso, ma ani è il riconoscimento del talento disumano di un pilota che sta per tornare in pista dopo due anni di guai. Anche a Misano, pure se non sarà della partita, il palcoscenico è stato suo, perchè è così che funziona con i fenomeni veri. Lo rivedremo in sella da martedì, in occasione dei test e poi, stando alle notizie semiuffciali che circolano, sarà regolarmente in grigli a Aragon. Potrà ancora vincere il mondiale? No, non potrà più. Ma potrà in qualche modo contribuire a farlo andare in una direzione piuttosto che in un'altra.
E' piuttosto chiaro, anche dai tempi fatti proprio a Aragon con una "semplice" CBR600RR, infatti, che Marc Marquez non tornerà per fare presenza. Così come è chiaro, purtroppo, che Fabio Quartararo può contare su un discreto vantaggio rispetto a Pecco Bagnaia, ma non può contare sulla quantità di "alleati" sui cui invece può fare affidamento Pecco. Che non significa, lo ripetiamo, che Marc Marquez e Fabio Quartararo si incontreranno col favore del buio per stringere chissà quale malefico accordo, ma semplicemente che per il francese è il benvenuto chiunque sia minimamente in grado di spezzare un po' il rosso Ducati. E nelle scenario della MotoGP attuale l'unico è, oltre allo stesso Fabio Quartararo, proprio Marc Marquez.
Per questo ieri il francese, scherzando (ma neanche troppo), se ne è uscito con una battuta che suonava più o meno così: "Spero che Marquez mi aiuti a battere i Ducati". Detta così, "i Ducati". Come se si trattasse di un esercito pronto a coprire le spalle al capospedizione. Probabilmente non è ancora così e a Borgo Panigale sono ancora tutti piuttosto liberi di fare quello che vogliono, ma è chiaro che se si dovesse arrivare lì lì alla fine della stagione, tutti i piloti della Desmosedici dovranno in qualche modo accettare l'idea di piegarsi a un qualche gioco di squadra. E Fabio Quartararo ne è ben consapevole. Così come è consapevole che la sua M1, per quanto lui riesca a farla andare forte, è una moto che soffre tremendamente in bagarre, soprattutto quando si è costretti a partire dalle retrovie. Anche a Misano il paradosso Yamaha è stato evidente: passo tra i migliori, ma niente tempo degno di nota, con il francese che anche domani in gara dovrà spararsi davanti prima possibile per evitare che la sua gomma anteriore cominci a deteriorarsi prima del tempo lasciandogli zero possibilitàdi risalire in corsa.
Il tutto mentre Pecco Bagnaia, il suo rivale per il mondiale, sarà contornato da almeno altre tre Ducati, che se la giocano, ma un po' meno di tutte le altre. Come è normale che sia. Insomma, chiunque potrà mettersi in mezzo tra Pecco e le Ducati da una parte e Fabio Quartaro dall'altra, è il benvenuto per il francese