Per anni è stato considerato una sorta di dama di compagnia. L’amico che Valentino Rossi, il campione dei campioni, si portava dietro in ogni dove, senza che si capisse esattamente quale ruolo avesse e per quale altro motivo (come se l’amicizia non fosse già un motivo che basta) fosse nel paddock da una vita. Anche quando Uccio, insieme a Alberto Tebaldi, ha dato vita alla VR46 Academy, per molti è rimasto “un beneficiato”. Idem è andata per le altre mille attività legate in qualche modo alla VR46 e pure quando è nato l’omonimo team, prima in Moto3 e poi in Moto2, per Alessio Salucci il titolo è rimasto sempre lo stesso: l’amico di Valentino Rossi.
Lo è, ma è anche molto di più e pure quelli che non hanno voluto mai guardare oltre l’immagine di fedele scudiero, in questo 2022 hanno dovuto ricredersi. L’Academy ha portato in MotoGP per 4 dei suoi piloti (Luca Marini, Marco Bezzecchi, Franco Morbidelli e Pecco Bagnaia) di cui due da campioni del mondo delle Moto2 e perché, da questa stagione, anche il Team di MotoGP al suo anno di esordio ha messo nel sacco risultati che nessuno si aspettava. Di Valentino Rossi, di fatto, è rimasto il nome, mentre chi è rimasto, con la testa e con i piedi, è proprio Uccio. Alessio Salucci, l’amico di Vale che in questo 2022 ha purgato tutti. Ok, adesso ci diranno che siamo lecchini e bla bla bla. Però quando c’è stato da puntare il dito non ci siamo tirati indietro (l’ingenuità mostrata con la vicenda Tanal e presunto sceicco l’abbiamo raccontata prendendoci pure qualche sguardo storto), ma quando c’è da applaudire è giusto farlo. E Uccio, in questo 2022, s’è meritato un applauso di quelli tosti, insieme a tutti quelli che, a vario titolo, sono coinvolti nelle attività legate al marchio VR46.
Il team è andato forte, Luca Marini e soprattutto Marco Bezzecchi hanno ottenuto piazzamenti importanti e pure il podio, mentre uno dei ragazzi dell’Academy è diventato, addirittura, campione del mondo. Tra l’altro in sella a una Ducati. E se quel nome, Ducati, è tornato a riaccostarsi a quello di Valentino Rossi, il merito è di uno solo: Uccio. “A furia di fare meeting sono ingegnere anch’io, se vuoi stare qui prima o poi impari – ha scherzato Uccio con i colleghi della Gazzetta - Fino a metà campionato soffrivo la non presenza di Vale, ma alla fine Pecco e il nostro team sono stati strepitosi. Un anno fa avrei firmato con il sangue per finire così questo Mondiale. Ma il grande merito è di Pecco, quel ragazzo è venuto a vivere a Pesaro, da solo, quando non aveva ancora 18 anni per inseguire il suo sogno”.
Un sogno che è il pezzo personale di un sogno ancora più grande, quello di tornare a vincere in tutti i modi possibili sotto due iniziali e un numero: VR46. “Per la stagione MotoGP 2023 – ha concluso Uccio - avremo due GP22: abbiamo deciso di non avere la moto factory per dare continuità al lavoro svolto quest’anno. Ma anche per avere due moto identiche nel box, così che anche il team possa lavorare meglio e sfruttare al massimo i dati l’uno dell’altro. Quando all’inizio dell’anno Pecco Bagnaia aveva avvertito qualche problema sulla GP22, Ducati ha fatto delle migliorie, quindi la sua moto iridata non è quella che ha usato Marini nel 2022. Adesso, invece, avremo la moto campione del mondo, con tutti gli ultimi aggiornamenti“.