Sono passati dieci anni, ma è comunque sempre lì che si va a finire: al 2015 e alla rivalità tra Valentino Rossi e Marc Marquez. E’ la pagina di storia dello sport che ha cambiato per sempre la storia delle corse e paradossalmente non sono i diretti protagonisti a non voler sganciare definitivamente con quella storia. Ecco, quindi, che anche Uccio Salucci, a suo modo e nel suo ruolo protagonista in quel 2015, se non altro per aver vissuto tutto in prima persona, s’è ritrovato nella non certo simpatica situazione di dover commentare qualcosa di relativo a quel 2015 nel giorno stesso in cui un suo pilota, anzi il primo pilota della VR 46 Riders Academy, è tornato a salire sul podio dopo 4 anni.

Il team manager del Pertamina Enduro VR46, però, è nel Motomondiale da troppo tempo per cascarci e quando gli è stato chiesto se Marc Marquez, dopo aver raggiunto Angel Nieto per podi conquistati, arriverà anche a battere il record di Valentino Rossi delle 115 vittorie ha risposto senza rinnegare nulla della sua storia e del suo pensiero, ma anche con la lucidità di un uomo di sport. "Bravo a lui – ha detto a As.com – Sicuramente il suo obiettivo ora sono le 115 vittorie di Vale, spero che non accada, ma penso che accadrà. Penso che Marquez sia molto forte, che abbia una moto fantastica e una squadra fantastica". Breve, conciso e senza prestare il fianco a nulla – compreso il fatto che comunque a Marquez mancano la bellezza di 25 vittorie - prima di parlare nella sala stampa di Termas de Rio Hondo di ciò che invece gli interessa davvero adesso: i risultati in crescita della sua squadra.
E, soprattutto, il ritorno sul podio di quel Franco Morbidelli che è stato, di fatto, la prima scommessa della VR46 ormai tanti anni fa. “Questo podio ha un sapore molto speciale – ha ammesso – E’ bellissimo anche per la squadra, perché quando abbiamo deciso di assumere Morbidelli come nostro pilota, intorno a marzo 2024, abbiamo sentito molte critiche. Dicevano che non meritava di stare con noi, quindi questo podio è molto importante per la squadra”.
La difesa di una scelta e, ora, anche la dimostrazione che quella decisione non è stata presa solo sulla base di un affetto speciale per Morbidelli da parte di tutta la VR46, ma anche e soprattutto sulla convinzione che l’italobrasiliano aveva ancora molto da dire. “Franco – ha concluso - merita ciò che ha ottenuto, perché ha trascorso due anni in Yamaha in cui tutti lo hanno massacrato e tutti pensavano che fosse finito. La gente conosce, ma critica sempre. Noi volevamo provare con lui perché sappiamo chi è Franco Morbidelli e quindi le persone che dicevano che era finito ci hanno solo motivato di più".