“Ci sta prendendo per il naso. Io, Marc Marquez, non l’ho ancora visto guidare al cento per cento. Non serve. Non serve rischiare. Infatti non sbaglia, gioca”. Lo ha scritto Max Temporali, nella consueta analisi sul week end di gara che l’ex pilota e oggi commentatore di Sky per il mondiale SBK affida alla sua pagina Facebook. Non la classica opinione del tifoso da bar, quindi, ma la conclusione di uno che di corse ha vissuto e di corse vive ancora e che ha visto e raccontato abbastanza non certo per avere la verità in tasca, ma per dire la sua su quando un pilota è davvero impiccato o ha ancora del margine. E il sospetto su Marc Marquez, dopo due fine settimana di gare, è che l’otto volte campione del mondo sia ancora lontano dalla piena rotazione del suo polso destro. Come se fosse quasi più impegnato a demolire (questo lo diciamo noi) con festeggiamenti rumorosi, balletti, gag e abbracci ovunque gli avversari piuttosto che batterli in pista dando tutto quello che c’è da dare. Sembra, in estrema sintesi, che per riuscire in quello gli basti (ancora) molto meno, con il fratello Alex che è quasi più “strumento” che rivale.

“Gioca al gatto col topo – scrive ancora Temporali - con un fratello veloce, ma che con lui non c’entra niente. Un sorpasso vero tra i due non l’ho mai visto: o arriva lungo Marc, per lasciarlo sfilare, oppure stacca morbido Alex per far entrare il fratello. Quando li vedo davanti, non riesco a pensarli rivali. Non ho l’adrenalina dell’incertezza, della grande attesa, della speranza di esaltarmi per un sorpasso col pelo, perché so che non succederà. In Tailandia e Argentina ho visto due gare fotocopia”. Servirebbe un rivale vero, ma al momento Pecco Bagnaia è alle prese con qualche guaio di troppo che forse non è nemmeno così riconducibile solo alla Desmosedici e al feeling perfetto che non riesce a ritrovare. “Bagnaia non è Bagnaia – aggiunge Temporali - Lo vedo spento. Marquez è acceso e ha già dato fuoco anche al box, con la sua euforia contagiosa. Pecco sembra in sfiducia, come se fosse concentrato più su quello che gli accade intorno che su sé stesso. ‘Prenderle’ da Alex Marquez e da Morbidelli è una notizia. Non è questo il suo valore e non basterà la costanza: dovrà andare al limite, ogni volta che scende in pista. Dovrà essere perfetto in tutti i settori, perché non avrà margine da regalare. Che nel T4, l’ultimo tratto della pista, fosse così in crisi, mi fa pensare più a un problema di guida che di moto: prendeva quasi 3 decimi da Marquez e dava 75 millesimi ad Aldeguer, l’ultima della Ducati. Se vuole graffiare il 93, la svolta è nella testa. Marc non ha mai avuto un inizio di campionato così facile, ma se non fa i numeri non è lui, e allora ci perdiamo anche il suo bello. La MotoGP di oggi ha bisogno di bollicine”.
Bollicine che potranno vedersi solo quando Marc Marquez sarà costretto davvero a cercare il limite, senza tenersi niente. Oggi non è così e i numeri sembrano confermarlo, basta pensare al fatto che in passato Marquez era abbonato alle cadute del venerdì proprio nella ricerca di quel limite e in questo 2025, invece, l’asfalto non l’ha graffiato ancora mai, se non rischiare di farlo al quindicesimo giro del GP di Argentina, quando però lui stesso ha spiegato di essere finito su un dosso e di aver avuto, tutto sommato, la situazione sotto controllo. Anche i salvataggi di Marquez non sono più i salvataggi di Marquez.
In Thailandia è riuscito a fare quello che ha fatto, passando quasi da bullo, poi in Argentina ha in qualche modo ripetuto lo stesso copione, arrivando anche a dire a fine gara che aveva avvisato il fratello su quale sarebbe stata la sua strategia. E i numeri, in effetti, raccontano di un Marc che, quando ha voluto, ha spinto quel tanto che è bastato a mettersi a distanza di sicurezza dal fratello. Nelle ultime cinque tornate, la differenza di ritmo tra i due è stata di 0,299 secondi: un abisso in quella fase lì della gara. C’è altro da aggiungere per rispondere al legittimo dubbio che il 93 non stia prendendo tutti per il cu*o?
