Una gola profonda di casa Honda, che aveva chiesto di restare anonima, aveva svelato che Luca Marini avrebbe girato a Jerez per un test privatissimo con la Honda, dopo aver dovuto rendersi conto in Qatar di quanto lavoro c’è da fare per accordare le caratteristiche della RC213V al suo stile di guida. Che quel test c’è realmente stato l’ha poi confermato ieri in sala stampa lo stesso pilota italiano, rivelando anche di essersela vista brutta. “Un pasticcio incredibile” – ha spiegato il Maro, che s’è di fatto ritrovato nella stessa situazione che ha rischiato di costare la carriera a Marc Marquez nel 2020.
“Ero esattamente nello stesso punto – ha aggiunto il pilota italiano – un volo identico a quello di Marc. Non mi sono fatto male perché la moto non mi è venuta addosso, ma la caduta è stata molto dura”. Uno spavento grosso che, però, non gli ha negato di concentrarsi sul lavoro da fare e non gli ha fatto perdere l’entusiasmo, con Marini che, parlando con la testata italiana GPOne, ha poi aggiunto: “Fosse per me non smetterei mai di girare con questa Honda”. Il riferimento, è chiaro, è all’opportunità offerta dalla nuove regole sulle concessioni di provare la moto anche al di fuori dei fine settimana di gara. Un lavoro fianco a fianco con gli ingegneri che sembra entusiasmare Marini più di quanto il brutto risultato di Losail lo abbia, piuttosto, demoralizzato.
“A Jerez – ha raccontato ancora – abbiamo trovato un setting di base che dovrebbe permettermi di guidare un po’ meglio. Lo utilizzeremo di partenza anche qui a Portimao perché ha funzionato bene”. Il Qatar, quindi, è già alle spalle, con Marini che spiega pure la differenza di risultato con Johann Zarco: “Lui riesce a fare un lavoro incredibile con il gas, ma è sulla curva che la nostra moto deve migliorare”. Perché un conto è arrivare a punti e un altro è preparare un mezzo affinchè possa mettere tutti i suoi piloti nelle condizioni di giocarsela con i primi. C’è, poi, anche una differenza fisica tra lui e il francese: “Io peso di più – ha scherzato – ho pensato anche di tagliarmi una gamba per pesare di meno, ma forse sono più bello così”. Una battuta, questa, che dimostra come il clima sia assolutamente sereno e come il risultato del Qatar non abbia minimamente influito sul morale.
“Zarco – ha poi concluso Marini - è il migliore in termini di accelerazione. Era già così con Ducati. Normalmente si guadagna tempo all'ingresso della curva, ma lui guadagna tempo all'uscita. Non so come faccia. Probabilmente ha più sensibilità per usare la potenza perfettamente. Ma non è questo il punto in cui perdiamo di più rispetto alla Ducati: perdiamo al centro della curva. Ducati e KTM sono superiori nella prima parte della fase di accelerazione, hanno più grip, ma possiamo difenderci. La Ducati è più forte nella seconda parte della fase di accelerazione, ma noi siamo già migliori di Aprilia e Yamaha, che però vanno più forte a centro curva. Non ci è chiaro il motivo: aerodinamica, mancanza di grip meccanico o una combinazione di entrambi? E’ ciò che dobbiamo scoprire. Dobbiamo essere pazienti e continuare a lavorare. La direzione è giusta".