Con una MotoGP ormai senza più star (Marc Marquez escluso, quando c’è e non va per terra), si continua a guardare inevitabilmente a Valentino Rossi. Quello vecchio non corre più, ma come si fa a trovarne un altro?
“Non so come succeda. Forse – le parole del Dottore riportate dal Giornale, dopo quelle su paternità e ritiro, su passato e futuro nelle auto e sulle storiche rivalità – il mio segreto è stato di non voler diventare personaggio. O almeno non a tutti i costi. Sono rimasto me stesso e alla gente è piaciuto. Il mondiale c’era prima di me e ci sarà dopo di me. Forse si ridimensionerà, una parte di gente non la seguirà più, ma la MotoGP è una cosa bella, funziona, la gente la guarda, ci sono altri piloti italiani, c’è la Ducati”.
Per molti però guardare la MotoGP senza Rossi assomiglia a quello che sarebbe guardare la Formula 1 senza la Rossa. Come la Ferrari negli anni scorsi Valentino non andava benissimo, ma… “È una grande soddisfazione – commenta – venire percepito nelle moto come la Rossa nell'automobilismo o la Nazionale per il calcio”.
La Nazionale, altro punto dolente… Forse ci vorrebbe una Academy anche per il calcio… “In effetti perché no. Comunque l'europeo l'abbiamo vinto e ho goduto. Certo, non andare al mondiale fa male”.
Anche non vedere più Valentino al mondiale MotoGP. Tornerà? “Andrò a qualche gara. Al Mugello, per esempio. Sarà però una cosa un po’ complicata perché da qualche parte mi devono mettere... non posso stare nel paddock senza far niente. Andrò a vedere i miei ragazzi del team, mio fratello”.
Gli amici, importantissimi per Rossi: “Sono stati sempre la mia grande forza. Io ho avuto il merito di lavorarci, crederci, spenderci tempo ed energia, cercando di fare un team di persone anche in questo senso. Perché nel motociclismo corri da solo ma è un grande sport di squadra. Aver avuto intorno sempre le stesse persone, persone di cui mi potevo fidare, che sapevo mi avrebbero sempre cercato di aiutare, è stato fondamentale. Mi hanno sempre aiutato e protetto... e poi volete mettere che gusto aver ottenuto tutto questo condividendolo e non da solo? E poi sì, all'inizio, con i primi successi, ho assaggiato la vita da star, nei locali, avanti e indietro tra Roma e Milano, ragazze da favola, ma capii subito che non faceva per me. Non mi dava lo stesso gusto di stare con i miei amici. Ho scelto loro. Quell'intesa che cementi da piccini è preziosa e non si crea mai con gli amici della maturità. Se riesci a mantenerla, ti protegge e aiuta. Per questo – conclude nell’intervista al Giornale – sono sempre qua”.