Dopo i test “complicati” dalla nascita di Giulietta (nata alle 4 di mattina di un giorno di prove in pista a Imola con l’Audi R8 Gt3), Valentino Rossi si avvicina all’inizio ufficiale della sua nuova carriera, quella con le auto.
“Rimanere a casa senza far niente – dice il Dottore in un’intervista al Giornale – sarebbe devastante dopo 26 anni a correre per il mondo. Sono due terzi della vita e se da lì, «pam», tagli di colpo e non fai più niente, è tosta; invece io ho sempre lavorato per diventare un pilota di macchine...”
Ma come? Mezza vita in moto solo per allenarsi per le auto? “Ho lavorato per arrivarci – risponde dopo aver riso – una volta che avrei smesso. Perché le moto sono cose da giovani, devi essere in forma, devi avere coraggio... Invece le auto, ecco, adesso non vorrei dire una cosa che poi viene mal interpretata, le auto sono un po’ più abbordabili anche dalle persone di una certa età”.
A Imola scatta il Fanatec GT Challenge Europe: “Sono curioso di vedere quello che riuscirò a fare: ora è di nuovo tutto bello, mi diverto quando guido la macchina, quando vado a fare i test. Cose che invece alla fine in moto ero un po’ stanco di fare. In fondo nasco come pilota di auto, ero sui kart da bambino, poi sono passato alle moto. Per fortuna...”
Però Valentino non correrà da solo: “Ci sono 5 gare in coppia e altre, più lunghe, in tre. C'è anche una 24 Ore a Spa - Francorchamps. Non vedo l’ora. […] C’erano delle opzioni più facili, «di facciata». Ma qui si cresce davvero, partecipano tutti quelli forti e non sarà semplice. Io corro con Audi, ci sono altre otto case. Domenica a Imola ci saranno 52 auto e più di 150 piloti. Non so come faremo a starci... Voglio diventare un pilota forte, voglio capire più o meno dove posso arrivare e un giorno provare la 24 Ore di Le Mans”.
E la Formula 1? Perché non si è concretizzato il passaggio, nonostante i test con la Ferrari? Rimpianti? “Nessun rimpianto. Il primo motivo per cui non andai è che non ero pronto a smettere di correre in moto; e fu la scelta giusta perché ho poi vinto altri due mondiali e una trentina di Gp. Quindi ho fatto bene. Poi ero, sì, molto vicino alla Ferrari però - come avevamo già riferito - non sarei andato con la Rossa, sarei finito in un suo team satellite”.
A proposito di Ferrari, secondo la teoria di Enzo Ferrari chi diventa padre perde automaticamente un secondo al giro… Ma per Rossi “Enzo Ferrari si sbagliava”.