“Questa cosa del brand ambassador Yamaha m’ha distrutto un sogno che durava da dodici anni, perché ora è chiaro che Valentino Rossi non farà mai una wild card con la Ducati del suo team”. Il messaggio è arrivato esattamente così, da una lettrice di MOW che, di fatto, c’ha messi davanti a una cruda verità. Ok, che Vale potesse non avere la minima intenzione di rimettersi la tuta neanche per una comparsata s’era capito da un pezzo, ma adesso c’è pure un motivo formale, e ufficiale, per non fargli cambiare idea.
Eppure la prospettiva di rivedere Valentino Rossi in sella a una Ducati, magari per scrivere un finale differente rispetto a quello scritto nei due anni in cui il Dottore ha corso con la Rossa, l’abbiamo avuta un po’ tutti. Il team che porta il suo nome è diventato il grimaldello per ricostruire un rapporto che era letteralmente marcito in quei due anni terribili e che, adesso, è rinato sotto una nuova luce, con due Desmosedici che vanno forte davvero e due piloti, Luca Marini e Marco Bezzecchi, che sono già nell’orbita della stessa Ducati, insieme a quel Pecco Bagnaia che a quelli di Borgo Panigale ha ri-regalato un mondiale dopo tanti anni e che è cresciuto proprio nell’Academy di Valentino Rossi.
Ok, nessuno ha mai parlato di concretezza di una ipotesi, ma ci abbiamo pensato tutti, tanto che ormai da due stagioni – quando le moto sono ferme in inverno – la domanda immancabile di ogni intervista a Uccio Salucci o agli altri del Team Mooney VR46 è se Valentino Rossi ha provato o proverà “le sue” Ducati. La risposta è stata sempre possibilista e a Jerez il sogno di tutti i tifosi del Dottore s’era paradossalmente fatto più concreto. Perché? Perché al GP di Spagna s’è rivisto in pista un certo Dani Pedrosa, che di Valentino Rossi è stato uno dei principali avversari. Una leggenda che è tornata a dare gas e che s’è ritrovata circondata da un affetto pazzesco da parte del pubblico, arrivando persino a chiudere le due gare, la Sprint e il GP, in posizioni di tutto rispetto. E’ stato lì, proprio vedendo Pedrosa andare così forte, che il pensiero di tutti è diventato uno solo: dai che magari viene voglia di fare una roba del genere anche a Vale. Magari a Misano, senza troppe pretese, solo per creare il delirio che potrebbe creare un ritorno da qild card del 46 e per scrivere un finale differente della storia tra Valentino Rossi e Ducati.
Però, proprio mentre tutti quanti stavamo sognando, da Jerez è arrivata la doccia gelata. A annunciarla è stato proprio Valentino Rossi: “Da Dottore a Ambasciatore, sono brand ambassador di Yamaha”. Che significa? Nulla che non significasse già, visto che il 46 e il marchio dei tre diapason sono legati in maniera indissolubile e visto che Yamaha, comunque, fornisce già tutte le moto per le attività collaterali della VR46. Al di là dell’accordo di marketing e commerciale – che oggettivamente era naturale e scontato – a spiazzare un po’ è ciò che questo accordo potrebbe significare e cioè che ora, con un contratto in essere, ci sono anche le firme messe nero su bianco a metterci davanti a una cruda verità: una wild card di Valentino Rossi con la Ducati del suo team è solo fantascienza.