Valentino Rossi sta alla pista come i bambini stanno ai parchi divertimenti. Schiodarlo dall’asfalto è praticamente impossibile e, nel corso della sua carriera motociclistica, lo abbiamo visto in tutte le salse come pilota Ferrari in Formula 1 al Mugello e in Spagna, pilota di Rally anche all’interno del panorama WRC e, infine, al volante dei prototipi Mercedes. Adesso è tempo di voltare pagina poiché inizierà la nuova avventura nel GT World Challenge Europe, sia nella serie Sprint che Endurance, come portacolori della squadra belga WRT a bordo di una sensazionale Audi R8 LMS GT3 Evo II.
I test condotti a Valencia nel mese di dicembre hanno visto Valentino Rossi sfrecciare a bordo di una R8 accompagnata dall’iconico numero “46”. Pur non essendo ancora ufficializzato in quei giorni, la prova sul circuito catalano è stata soltanto una mera formalità poiché, quasi sicuramente, all’interno del QG belga già sapevano che Rossi sarebbe diventato il loro uomo, magari anche solo per un fattore puramente pubblicitario.
Perché, parliamoci chiaro, Valentino Rossi in quanto a ex pilota motociclistico è davvero in grado di portare buoni risultati alla squadra WRT che detiene, tra l’altro, il titolo del GT World Challenge Europe, oltre che un grande afflusso di sponsor e fan? Rossi ha sempre mostrato un ottimo spirito di adattamento alle quattro ruote, basti vedere i tempi stratosferici fatti a bordo della F2004 capace di sbalordire lo stesso Kaiser Michael Schumacher e avrebbero reso Valentino Rossi il nuovo John Surtees, ma qui stiamo divagando.
A farla breve, i risultati parlano chiaro e sono dalla parte di Valentino Rossi che non è nuovo alle corse Gran Turismo considerando le sue partecipazioni in diverse gare con la squadra svizzera Kessel Racing, affiliata a Ferrari e, proprio per questo motivo, si pensava ad uno sbarco del Dottore nella casa del Cavallino, ma le politiche Ferrari - in cui non vogliamo assolutamente entrare in merito - hanno chiuso i cancelli in faccia a Valentino Rossi. Poco male, WRT ha accolto a braccia aperte il pilota di Tavullia.
Eppure, c’è chi come Cesare Fiorio pensa che la presenza di Rossi in un campionato GT sia una trovata commerciale, lo sfizio di un pilota arrivato al culmine della sua carriera che non vuole che saperne di ritirarsi completamente e “mettere la testa a posto”.
Dott. Fiorio lei che nel mondo dei motori ha seguito sempre tantissime dinamiche ed evoluzioni, pensa che WRT abbia assoldato Valentino Rossi per la sua abilità al volante o per scopi puramente mediatici?
Tutte le presenze che Valentino ha fatto in Formula 1 e nelle gare erano attuate per un fattore di marketing. Lui ha mollato il motociclismo perché non aveva più voglia di stare lì, così ha iniziato a guardarsi attorno ed ha scelto il mondo delle quattro ruote con le corse GT. Però come marketing sarà una risorsa molto valida e, quasi sicuramente, porterà con sé un sacco di sponsor e di fan.
Il suo divertimento è legato alle corse, non si tratta di un divertimento finalizzato a vincere le gare o un titolo mondiale, ma le squadre approfittano di personaggi di spicco come Valentino e tutto quello che questo comporta.
Lei pensa che correrà nel GT World Challenge per divertimento, senza ambizione alla vittoria?
Le quattro ruote non sono la sua seconda patria dopo il motociclismo. Ha smesso con le due ruote, quindi, vuol dire che non voleva più ambire professionalmente a risultati di spicco nelle corse motoristiche. Se adesso ha trovato qualcuno in grado di dargli una vettura capace di farlo divertire lui si divertirà, con la speranza che vada tutto bene.
Se quello di Valentino Rossi sarà o meno un capriccio adolescenziale, voluto ardentemente dalla sua passione per le corse agonistiche lo sapremo solamente il 1° aprile, dove andrà in scena all’Autodromo Enzo & Dino Ferrari il primo round del campionato GT World Challenge Europe. Intanto i fan del Dottore potranno godersi ancora per un po’ le folli gesta di Valentino Rossi, il Peter-Pan dei giorni nostri.