Valentino Rossi ha vinto 9 volte al Mugello, sette delle quali consecutive. Perché il Mugello, tra le Arrabbiate e la Casanova Savelli, richiede fantasia più che altrove. Perché c’è un lungo rettilineo in cui tentare l’impossibile, perché è il Gran Premio d’Italia. I tifosi, le bandiere, il casino dal giovedì. Per Valentino Rossi il Mugello è vincere tutto, ma anche soffrire. Come nel 2010, con la caduta alle Biondetti che gli costò una stagione. Per Valentino il Mugello è anche la tradizione del casco speciale dal sabato, le scenette dopo la vittoria. Ecco come è andata.
La prima vittoria è in 125, con l’Aprilia. È 18 maggio 1997, il secondo anno di Valentino nel motomondiale e quello del primo titolo. Ma la gara ognuno la ricorda per la bambola gonfiabile nel giro d’onore. Si parlava di Biaggi e Naomi e Valentino chiese a Carlo Pernat di portargli Claudia Schiffer. Il resto è storia. Poi due anni dopo, nel 1999 in 250. Vittoria al Mugello e titolo mondiale a fine anno. La livrea anni Settanta Peace & Love, un’impennata chilometrica sul rettilineo e l’invasione di pista dei tifosi. Era già Valentino Rossi, che nei festeggiamenti investe (senza conseguenze) un Gigi Soldano di vent’anni più giovane.
Poi l’arrivo in 500 nel 2000 e quella gara, combattutissima, con Max Biaggi e Loris Capirossi, vinta da quest’ultimo. Valentino cade nel finale, così come cade nel 2001 con una livrea che sembra un costume da bagno. Niente più livree quindi, perché i piloti sono scaramantici. Di contro però arriva il primo casco speciale, in una tradizione che ormai ha quasi vent’anni. Il primo, proprio al Mugello, è la replica del casco di Graziano.
Valentino ricomincia ad incassare vittorie, sette di fila. E le celebrazioni, a cominciare dai vigili che gli fanno una multa per eccesso di velocità nel 2002. Da qui passa la prima vittoria con la Yamaha fino all’ultima nel 2008 con un casco mai visto in testa ad un pilota. Nel 2009 arriva terzo, sul podio dietro a Casey Stoner e Jorge Lorenzo. E poi il 2010 dell’incidente alle Biondetti, la frattura scomposta di tibia e perone, il passaggio in Ducati e il ritorno in Yamaha due anni più tardi. Tornerà sul podio del circuito toscano con un terzo posto nel 2014, poi ripetuto l’anno successivo e nel 2018.
Quest’anno Valentino correrà al Mugello per la ventiquattresima volta. Che potrebbe non essere l’ultima, ma è di certo la prima senza pubblico. Dopo le novità di Jerez e i passi in avanti a Le Mans, il Mugello può essere il circuito giusto per una rinascita.