“Valentino Rossi? Onestamente penso che le persone abbiano voltato pagina” – Carmelo Ezpeleta non ci sta a sentirsi dire che il flop di pubblico al Mugello sia dovuto al fatto che il Dottore non è più in pista. E, in una lunga intervista a motociclismo.es, ha spiegato che le ragioni sono altre, a cominciare da una comunicazione a suo avviso sbagliata: “Valentino è andato in pensione dopo tantissimi anni e questo ha avuto un'influenza – ha aggiunto il Ceo di Dorna - Ma Valentino non era solo in Italia, eppure il fallimento di pubblico lo abbiamo visto solo al Mugello. Valentino ha una squadra, lui c'è, anche se non è come se fosse in moto a vincere, ma in questi ultimi anni non ha vinto. Penso che dobbiamo fare molto lavoro promozionale in Italia perché non è molto comprensibile che un paese che ha Aprilia e Ducati, e un gruppo di piloti che possono vincere e che hanno vinto quest'anno in MotoGP, beh, non ne abbia di più. Dobbiamo studiare e vedere come risolvere”.
Altrimenti la soluzione rischia di essere drastica, con Carmelo Ezpeleta che non ci gira neanche troppo intorno: “Abbiamo avuto ottimo riscontro di pubblico un po’ ovunque – ha affermato – Al Mugello invece è andata male e non è andata benissimo a Portimao, ma per il resto siamo più che contenti. Significa che c’è ancora tanto interesse e che, eventualmente, possono esserci altre realtà pronte ad ospitare le MotoGP”. In particolare, Ezpeleta mette in dubbio l’opportunità di due gran premi in Italia, con l’appuntamento di Misano di settembre che, a questo punto, diventa una sorta di banco di prova per capire cosa fare in futuro: “Non ha senso ruotare un GP in Spagna e farne due in Italia se il riscontro di pubblico non c’è”.
Nella stessa intervista, Ezpeleta ha parlato anche del ritiro di Suzuki e della situazione di disorientamento che la scelta dei giapponesi ha innescato: “Non aumenteremo in alcun modo il numero dei privati – ha concluso il Ceo di Dorna - Ci piace un campionato di venti più di uno con ventiquattro. Dovevamo averne 22, e ne avremo 24 se chi sostituirà Suzuki sarà un costruttore davvero disposto a impegnarsi seriamente nel campionato e fare un periodo minimo di permanenza fino alla fine del 2026. Ecco dove siamo. Ci sono molti produttori, quello che succede è che dobbiamo vedere quali sono le loro reali opzioni e stabilire le condizioni”.