L’episodio raccontato è di quelli che strappano un sorriso, ma ancora di più a strappare un sorriso è Guido Meda che prova a imitare la cadenza pesarese, con tanto di immancabile “diobo’” messo lì come intercalare. Lo ha fatto nel corso di una ospitata al podcast "Passa dal BSMT", con la voce della MotoGP che ha ricordato un episodio accaduto ormai parecchi anni fa: “Eravamo intorno alla metà del 2000 e Valentino Rossi era già il grande campione affermato che abbiamo conosciuto, nel pieno della sua popolarità”.
Però un pilota che si trova una moto sotto le mani torna il bambino che proprio non può resistere anche se è il campione dei campione e Guido Meda ha avuto la fortuna di assistere proprio a questo. Lo ha raccontato, appunto, lui stesso: “Eravamo stati ospiti di Fabio Volo per una trasmissione e io ero arrivato negli studi in moto: una MV Agusta Brutale nuova di zecca. L’avevano lanciata da poco, era appena uscita, e ce l’avevo in prova. Quando siamo usciti, la sera, Vale si accorse che ero in moto e cominciò a farmi domande su questa Brutale, su come andava, su come mi trovavo. Fino alla domanda fatidica: me la fai provare? Una moto non mia, nella notte milanese e con l’asfalto un po’ umidiccio, tanto tranquillo non stavo, ma mica potevo dirgli di no! Come fai a dire a Valentino Rossi che non ti fidi”
E infatti non gli ha detto no, con Valentino che ha indossato il casco e un paio di guanti e, in barba ai contratti che lo legavano verosimilmente a Yamaha, ha messo il suo pollice sullo start. “Era un freddo pazzesco – racconta ancora Meda – e Vale poco prima mi aveva detto che ero matto a andare in giro in moto con quelle temperature. Era notte, c’era pure un po’ di nebbia e lo vidi scomparire in pochi secondi, con il motore che suonava a pieni giri”.