“Ducati ha messo tutti in difficoltà e le case giapponesi dovranno tenere il passo, perché adesso è cambiato il gioco. Ci vogliono più persone, più investimenti, i giapponesi avranno voglia?” – La domanda sibillina l’ha fatta Valentino Rossi nella recente intervista rilasciata a Sky in occasione del GP di Valencia. Una domanda, quella che si pone il nove volte campione del mondo, che ormai aleggia nel paddock da diverse settimane, soprattutto dopo che Suzuki ha deciso di dire basta. Il riferimento a Honda e Yamaha che dovranno necessariamente mettersi al passo di Ducati anche nel modo di lavorare (innovazione continua, più rischi, tante moto in pista e massima condivisione dei dati di tutti) è chiaro e le parole del Dottore diventano ancora più pesanti e significative alla luce di quanto accaduto ieri nei test di Valencia.
In Ducati, infatti, sono tutti piuttosto soddisfatti dei materiali provati, le nuove componenti proposte sono molte e i piloti della Rossa hanno potuto assaggiare, chi più e chi meno, la Desmosedici 2023. Stessa cosa per quanto riguarda Aprilia, con la nuova RS-GP che è già davanti e che ora può contare anche sul lavoro di altri due piloti. Anche l’altra casa europea, KTM, ha proposto diversi aggiornamenti sia aerodinamici che di ciclistica, mentre Yamaha e Honda si sono limitate a poche novità. E che non hanno prodotto i risultati sperati. Se ci sono due piloti che tornano dai test di Valencia con il muso lungo, infatti, sono proprio Fabio Quartararo e Marc Marquez e nessuno dei due ha nascosto il disappunto.
“Non sono contento – ha detto un demoralizzatissimo Fabio Quartararo - ci aspettavamo molto di più, soprattutto un motore migliore. Non abbiamo trovato il feeling e nemmeno la velocità che avevamo a Misano, a Barcellona e nei test che ha fatto Cal, quindi dobbiamo assolutamente capire cosa è successo. È positivo che ci sia questa pausa in modo che la Yamaha possa davvero mettersi in gioco. Perché il nuovo motore è andato indietro in questo senso. Alla fine il problema è che abbiamo provato un motore teoricamente inferiore, che aveva meno potenza ma mostrava molti giri, come a Misano, ma oggi non l'abbiamo trovato con un motore più potente. Non so cosa sia successo oggi ma dobbiamo analizzarlo”. Il pilota francese chiede ai tecnici giapponesi di lavorare con la massima intensità e magari di prendere anche qualche rischio, andando anche un po’ contro la tradizione della casa.
C’è la necessità di “adeguarsi” a Ducati sul modus operandi e la stessa cosa, sul fronte Honda, l’ha detta pure Marc Marquez. “Abbiamo finito presto e non va bene – ha tuonato l’otto volte campione del mondo - Ho fatto il lavoro che mi hanno chiesto di fare, ma dobbiamo lavorare sodo quest'inverno per febbraio se vogliamo davvero lottare per un mondiale il prossimo anno. Mi è rimasto qualche punto positivo della moto, ma quello che si guadagnava in un punto è stato poi perso in un altro e i tempi sul giro con le due moto, la vecchia e la nuova, erano molto simili. È vero che non ho fatto il time attack e non ho messo le morbide, ma il passo gara è quello dove soffriamo di più e dove dobbiamo continuare a lavorare. I tempi devono essere fatti in modo diverso per essere competitivi su tutti i circuiti“.
Il problema, però, è capire se realmente le due case giapponesi rimaste in MotoGP sono pronte a cambiare radicalmente il modo di lavorare e a rinforzare gli investimenti per mettersi al passo delle europee e la domanda che viene da farsi alla luce delle dichiarazioni di Marc Marquez e Fabio Quartararo è la stessa che si è già fatto Valentino Rossi.