Qualcuno dice che è schiavo del suo stesso mito, qualcun altro che è convinto di poter ancora dire la sua e, altri ancora, che per uno che ha vissuto di corse in moto, divenendo la leggenda del suo stesso sport, la decisione di smettere è qualcosa di troppo difficile da affrontare. C’è pure chi arriva a sostenere che non può smettere in una stagione senza pubblico, perché l’idea di un addio lungo un anno, sulle tribune e i prati dei circuiti di mezzo mondo pieni di pubblico accorso a salutarlo per l’ultima volta da pilota, fa troppo gola a tutti da un punto di vista economico (Ezpeleta compreso). Forse tutto è solo più semplice: si diverte ancora. Ma, al di là dei processi alle intenzioni, la notizia è che Valentino Rossi, probabilmente, ci sarà anche nel 2022. O, almeno, è quello che spera. Un po’ si era capito, soprattutto in questi giorni in cui si è mostrato molto distaccato rispetto al progetto del team che porta il suo nome e qualche indizio lo aveva fornito anche parlando con una tv francese, dando l’appuntamento al prossimo anno in un Bugatti Circuit di Le Mans con il pubblico.
Adesso lo ha anche detto chiaramente. Intervistato da una testata giornalistica indonesiana, Valentino Rossi ha infatti affermato di voler correre in Indonesia (nel 2002, appunto), aggiungendo che nei prossimi mesi, in particolare durante la pausa estiva, parlerà sia con Yamaha che con Petronas. Se andrà avanti, quindi, sarà con loro e le ipotesi che lo vorrebbero in sella alla moto del suo team o vicino ad Aprilia, di fatto, non stanno in piedi. “Parlerò con il team durante la pausa estiva – ha affermato Rossi ai media indonesiani – Sarei contento di correre anche nel 2022 ma prima devo capire se sono ancora veloce e se posso ancora essere competitivo. Non prometto nulla, ma proverò a esserci”.
Una affermazione che suona di decisione già presa, ma è chiaro che servirà anche qualche risultato confortante. Che non significa necessariamente vittorie o podi, ma sensazioni positive in sella alla moto, risolvendo quei problemi di feeling che stanno pesantemente condizionando questo avvio di mondiale. Di sicuro, visto che ha affermato che parlerà con Petronas, non c’è alcuna possibilità di vederlo in sella ad una moto diversa da quella della squadra malese, con cui ha una opzione per il 2022. E dalle sue parole sembra pure che l’accordo tra Yamaha e la stessa Petronas sia praticamente in via di definizione, visto che il contratto del Dottore è con Yamaha. Tutto questo, quindi, lascia pensare che l’ultima moto di Valentino Rossi sarà comunque una M1. Indipendentemente da quelle che saranno le scelte dei dirigenti della VR46 che, invece, si stanno occupando di definire gli accordi per il team che porterà il nome del campione di Tavullia. Un conto è l’imprenditore, un altro il pilota.
Per il pilota il Mugello, dunque, non sarà l’appuntamento decisivo, ma costituirà certamente un incrocio importante, una sorta di snodo determinante per confermare quanto di positivo trovato a Le Mans in uno scenario che sente suo. Come un attore che torna sul palco dove ha ricevuto i maggiori applausi per capire se esibirsi è qualcosa che gli riesce ancora (anche se sarà senza pubblico).
Dopo il Mugello ci saranno Barcellona e il Sachsering e, il 27 giugno, Assen, poi la fatidica pausa, per tornare in pista ad agosto in Austria, visto che il GP di Finlandia è stato cancellato. Verosimilmente per quella data tutto sarà deciso, ma difficilmente ci saranno annunci prima di un altro mese, perché è molto credibile che Valentino Rossi vorrà aspettare Misano, il gran premio che considera di casa, per comunicare a tutti la sua scelta. Dalle parole consegnate agli indonesiani di Trans7, però, i fan del dottore possono dormire sonni abbastanza tranquilli, perché l’addio, a quanto pare, è ancora una volta rimandato.