Il WEC dà sempre qualcosa da raccontare. Anche quelli che sembrano i weekend più tranquilli si trasformano in un calvario di colpi di scena che mischiano tutte le carte del gioco del mondiale endurance. E così è stato il sesto round, la Lone Star Le Mans, andata in scena al COTA, il circuito texano che delle ruote coperte racconta tanti pezzi di storia recente. Rientrato nel calendario nel 2024, l’appuntamento a stelle e strisce è sempre molto atteso - e l’anno scorso aveva visto il primo trionfo della Ferrari 499 P di AF Corse con Robert Kubica. Quest’anno, ad accogliere il World Endurance Championship ci ha pensato uno dei temporali più aggressivi, che ha reso impossibile la partenza - con le vetture che hanno percorso la prima ora di gara dietro la Safety Car - e costretto la griglia ad attendere per un po’ ferma in pit lane con la bandiera rossa.

Riuscire a riassumere tutto quello che è successo nelle sei ore di gara è quasi impossibile: tra la pioggia, le neutralizzazioni e le strategie da ripensare da capo, ad avere la meglio su tutti è stata la Porsche Penske 963 di Kevin Estre, Laurens Vanthoor e Matt Campbell. Dalla pole position però scattava la Ferrari 499 P di AF Corse, la gialla, con Kubica, Ye e Hanson pronti a cercare il secondo successo stagionale dopo la vittoria di Le Mans, affiancati dalla numero 51 di Giovinazzi, Pier Guidi e Calado. Alla fine, l’unica Ferrari a salire sul podio è stata quella di Nicklas Nielsen, Antonio Fuoco e Miguel Molina, l’unica a non essere sfortunata né con la strategia, né con gli ostacoli da trovare in pista.

La 499 P di Pier Guidi è stata toccata proprio dalla vettura vincitrice della corsa, rimanendo indietro e con qualche acciacco anche se, tutto sommato, poteva andare peggio: almeno il trio della 51 rimane davanti a tutti in classifica di campionato, mentre AF Corse ha comunque conquistato il titolo della World Cup for Hypercar Teams grazie al piazzamento a punti della 83. Il rientro a Maranello per la rossa è dolceamaro anche in classe LMGT3: nonostante le rimonte incredibili di entrambe le due Ferrari 296 GT3, che partivano ben arretrate, il risultato non è stato proprio quello sperato.
Francesco Castellacci, Thomas Flohr e Davide Rigon hanno vinto la Lone Star Le Mans in pista, dopo un’ottima strategia e un passo da fuoriclasse, ma una penalità per un contatto ha portato il trio di Vista AF Corse sul terzo gradino del podio. Una decisione della direzione gara che scontenta il trio del Cavallino, ma che favorisce, di una posizione, Valentino Rossi e la sua BMW. Davanti a tutti, la McLaren di United Autosport con Gelael, Sato e Leung al volante, seguita proprio dalla M4 GT3 EVO del Team WRT. Dopo una partenza dalle retrovie, Ahmad Al Harthy ha lasciato la macchina nelle mani del Dottore in ottime condizioni. Lo stint da paura di Kelvin Van Der Linde si è rivelato poi chiave per salire sul podio, mancato negli ultimi appuntamenti del WEC per il trio della 46, che torna, finalmente, a festeggiare l’ottima stagione che sta conducendo. E per le ruote coperte non c’è tempo di riposare: il WEC tornerà in pista già a fine settembre per la 6h del Fuji, una delle più particolari del campionato.

