“Sono in questo mondo da troppo tempo per non conoscerne le dinamiche e, purtroppo, anche gli inguaribili difetti: se uno dice mezza cosa diventa prima notizia e poi certezza assoluta. Quindi posso pure mettermi a urlare su e giù per il paddock che Fantic non uscirà dal Motomondiale e dalla Moto2, ma troveresti comunque sempre qualcuno che ti dirà il contrario”. Stefano Bedon è seduto nel salottino della nuova hospitality di Fantic, nella zona riservata a quelli della Moto2 al Red Bull Ring. Sì, è un’intervista vecchia di qualche settimana, ma tra ferie e gran premi è toccato farla decantare. Gli argomenti, però, restano attuali, perché da allora non è cambiato niente: c’è ancora chi è pronto a giurare che questo sarà per Fantic l’ultimo anno. E poi c’è lui, il grande capo della Moto2 del marchio italiano Stefano Bedon, che invece dice il contrario, ma non s’arrabbia neanche più, aspettando il primo GP della stagione 2026, quando potrà incrociare lo sguardo di quelli che oggi sembrano avere fin troppe certezze.

Dunque la accendiamo: niente di vero?
Sì, la accendiamo. Anche se tutto questo chiacchiericcio su Fantic alla fine mi diverte anche un po’
Però non è così assurdo pensare che la crisi che ha riguardato l’azienda possa riversarsi sulle corse…
Sono più le chiacchiere che altro. È chiaro che ci sono dei problemi in azienda, dovuti al magazzino delle bici elettriche, ma ci sono partner importanti e le cose si risolvono. Il racing non sta subendo nulla di tutto questo. Si valuterà come gestirlo d'ora in poi, perché Fantic è l’unica azienda al mondo che ha il racing innestato all’interno della casa madre, ma ci saremo. C'è KTM con KTM Racing, Honda, Kawasaki eccetera… Mentre da noi è tutto insieme: Fantic Motor è racing e produzione sotto lo stesso tetto. Anzi, direi che sportivamente questo è l’anno d’oro tra velocità, enduro e cross.
Ma ci sarà un qualche cambio di assetto?
Potrebbe essere, ma non abbiamo ancora deciso. L’importante è che sia tutto in ordine: tutti pagati, tutto normale e che si cerchi di vincere un mondiale. Siamo più concentrati su quello che su altro. Noi ci crediamo molto e su quello che si dice circa il futuro non dobbiamo stare a precisare niente: è inutile affannarsi, l’anno prossimo vedranno che ci saremo ancora e finirà lì con questa storia.

Credi che a alimentare queste voci abbia contribuito il fatto che Canet abbia deciso di andarsene?
Aron è un grandissimo pilota, era chiaro che non sarebbe rimasto con noi in eterno. Se lui fosse rimasto, io sarei stato contentissimo, ma Marc VDS gli ha dato quello che noi non potevamo dargli: la possibilità di puntare alla Superbike. Lì può decidere di fare ancora la Moto2 e poi la Superbike. Noi, chiaramente, non potevamo offrirgli questa possibilità. A Aron voglio un bene dell’anima, ci siamo trovati benissimo con lui e qui avrebbe avuto spazio in eterno perchè, contrariamente a quanto pensano in molti, è un ragazzo adorabile. Si sta benissimo con lui e l’abbiamo trasformato anche in un vincente che già in questa stagione si sta giocando il titolo e che potrà farlo anche in futuro sia in Moto2 che in Superbike. Secondo me è un pilota che avrebbe meritato più di altri di stare in MotoGP, ma l’essere spagnolo, con tutti quelli che ci sono già nella così detta Classe Regina, non lo ha aiutato.
Invece il prossimo pilota di Fantic in Moto2 parlerà Italiano?
Io me lo auguro e stiamo lavorando per quello, sì, il nostro primo obiettivo è un pilota Italiano. Diciamo che in questo caso, per dirla con una battuta, le voci che circolano sono vere.
Il nome lo facciamo?
Dai, sì, non è un segreto il rapporto bellissimo che ho, anche a livello personale, con Tony Arbolino. Quindi sì, ci sono dei contatti, ma è tutto ancora in alto mare e per il momento non c’è altro da dire se non che lui è in cima alla nostra lista dei desideri.
A proposito di desideri, allargando lo sguardo al Motomondiale, ora che Liberty Media prenderà in mano tutto, cosa chiederebbe Stefano Bedon per la Moto2 e, più in generale, per le categorie più piccole?
Io sono appassionatissimo da tutta la vita di questo sport da tutta la vita e mi ricordo, quindi, di quando , anche se sto dentro il Motomondiale dal 2015. L’ho sempre seguito la 125, la 250 e la 500 erano quasi la stessa cosa: sui giornali e in tv c’era spazio per tutte e tre. Anzi, mi ricordo che per qualche anno, almeno per noi italiani, la gara attesa non era la 500, tanto lì vinceva Doohan, ma si stava tutti incollati a aspettare la 125 o la 250. Ecco, non dico che mi piacerebbe tornare a quei livelli lì, ma riuscire a alzare l’attenzione sarebbe importante.
Come?
Raccontando di più la Moto3 o la Moto2 dove non troverai mai atteggiamenti da star che magari possono infastidire pure. Credo che la grande svolta di Liberty Media sarà proprio sulla comunicazione e che stanno arrivando si sente già. Hanno già affiancato persone ai team, anche qui in Moto2, proprio per spiegare come relazionarsi in maniera più aperta verso l’esterno. Sarà che sono un ottimista, ma secondo me ci sarà una bella crescita. Sarà importante, però, anche fare scelte oculate e opportune da un punto di vista tecnico. Negli anni gloriosi della 125 e della 250, se ricordi, le case producevano moto replica che avevano un successo incredibile. Ecco, le corse devono stimolare passione.