“Pro veritate adversa diligere” diceva Gregorio Magno già un bel po’ di anni fa e noi, con una traduzione lievemente furbesca, potremmo oggi dire che per arrivare alla verità è necessario metabolizzare le cose contrarie. E’, in qualche modo, quello che ha dovuto fare Valentino Rossi, dopo che Yamaha gli ha comunicato di non essere più intenzionata ad aprirgli le porte del box del team ufficiale e, soprattutto, dopo che si è ritrovato praticamente “costretto” a digerire (o metabolizzare) un metodo non certo elegante da parte dei vertici di Iwata. E’ partito, quindi, dalle cose contrarie e noi di MOW, che siamo acciaccapidocchi per indole e vocazione, abbiamo deciso a nostra volta di partire proprio da quelle per provare a individuare una verità. O, almeno, uno scenario. Perché nell’intervista rilasciata dal nove volte campione del mondo quest’oggi, oltre ad annunciare che i tempi del nuovo contratto sono ormai maturi, Valentino Rossi non ha mancato di offrire (sempre e a tutte le testate) ben tre spunti: due riguardano i motivi di attrito con Iwata e uno riguarda un futuro che non è affatto scritto.
Sono molto amareggiato per Alex Briggs
In Petronas Valentino Rossi potrà contare su David Munoz, il suo capomeccanico, su Matteo Flamigni, il suo telemetrista, e su Idalio Gavira, il suo coach. Come avevamo anticipato, invece, non potranno seguirlo Brent Stephens e Alex Briggs, che con Rossi lavora da circa 20 anni. “Mi dispiace per loro – ha affermato il campione di Tavullia - perché volevano venire, stiamo insieme da 20 anni e me lo avevano detto loro due, soprattutto Alex che mi aveva detto 'finché corri io sarò con te e quando te ne andrai tu andrò via anche io'. Non averli l'anno prossimo, non fare l'ultima gara insieme, sarà triste. Ho provato di tutto, ma alla Petronas c'è già altra gente per quei ruoli e non è stato possibile ”. Ok, Valentino la butta sul sentimentale, ma sceglie di raccontarlo e - scientifico come è nella sua comunicazione - significa una cosa sola: se l’è legata al dito. Un rospo difficilissimo da ingoiare per un pilota che non ha mai nascosto la sua necessità di un ambiente familiare sempre intorno, come dimostra la sua stessa scelta di continuare a vivere nella piccola Tavullia contrariamente a quanto fatto da altri personaggi del suo calibro.
Ho detto a Yamaha che non avrei smesso nel 2021
Adesso siamo tutti d’accordo, vado in Petronas contento e determinato. E’ l’estrema sintesi delle dichiarazioni di Valentino in merito al contratto che verrà ufficializzato nelle prossime ore, con il nove volte campione del mondo che ha aggiunto: “All’inizio mi sono anche un po’ arrabbiato con Yamaha, perché sembrava mi proponessero il rinnovo per un anno secco”. Al punto che Rossi avrebbe risposto ai vertici di Iwata di non essere affatto intenzionato a smettere nel 2021. Una minaccia per alzare la posta o una verità non taciuta? Difficile, al momento, da dire, con Rossi che ha poi proseguito: “La durata del contratto è di 1 anno, per ora. Avevamo parlato anche di fare un 1 più 1, ma abbiamo deciso per 1 anno con una porta aperta: se siamo tutti contenti e lotterò stabilmente per i primi 5 posti, l'anno prossimo nella pausa estiva deciderò insieme a loro di poter continuare. Non è un'opzione vera e propria”. Uno “smetto, ma forse no” che sembra avere lo scopo di tenere sulle spine Yamaha, con la prospettiva di chiudere la carriera (con tutto quello che significherebbe in termini di marketing) in sella a un marchio diverso e che, oggettivamente, non sembra affatto esclusa. Perché è chiaro che se dovesse sentirsi ancora competitivo potrà valutare ogni ipotesi, senza essere troppo legato a vincoli contrattuali. Tanto che lo stesso Rossi aggiunge: “Deciderò in estate, non mi piace questa cosa che si debba pensare all’anno successivo prima ancora che inizi una stagione. E’ vero che ormai è così per tutti in MotoGP, ma a me non piace proprio”.
Neanche mia madre ci crede quando dico che smetterò
“Prima o poi dovrò smettere anche io, me lo dice sempre anche mamma Stefania – ha scherzato Valentino Rossi – Ma lei stessa mi ha ribadito di non credere che lo farò davvero”. Una battuta, certamente, ma anche un modo per palesare una lotta interiore che non ha ancora avuto un vincitore e che mamma Stefania, con la sensibilità tipica di un genitore attento anche quando il figlio è ormai adulto, ha saputo riconoscere. “Alla mia età – ha concluso Valentino Rossi – le cose cambiano velocemente, a volte anche da un giorno all’altro, dovrò valutare di volta in volta e per adesso va bene così. Sono contento di firmare con Petronas per il 2021 e anche di esserci garantiti uno spiraglio per il 2022. Vedrò come andranno le prime gare e poi, in estate, prenderò la mia decisione”. Nel mezzo, tra il finale di questa stagione e le prime gare della prossima, però, ci saranno contatti e trattative, anche perché in ballo, e non è un segreto, c’è il sogno di dividere il box con il fratello Luca Marini (se l’idea Dovizioso dovesse sfumare) e l’ipotesi di un team VR46 in MotoGP con moto fornite da Suzuki: l’unico marchio dell’attuale mondiale con cui Valentino Rossi non ha mai avuto nulla a che fare (visto che ha già vintoe gareggiato con Aprilia, Honda, Yamaha e Ducati e che KTM fornisce le moto al suo team in Moto3).