Valentino Rossi ha corso la sua ultima gara a Silverstone da pilota MotoGP. E, all’interno del circuito britannico, gli è stata dedicata una hall of fame che racconta parte della sua carriera. Sui muri ci sono poster, cartelli, cimeli. E quattro con i nomi dei 175 piloti (di cui ne ha battuti 174) che Valentino ha affrontato durante i suoi ventun anni in classe regina. Rossi, in uno speciale del canale inglese BT Sport, ha cominciato a leggerli e a raccontare qualche aneddoto. Ecco alcuni passaggi.
Il primo che gli viene indicato è John McGuinness che, con 23 successi al Tourist Trophy, è il pilota più vincente della storia all’Isola di Man: “John McGuinness! Se mi piacerebbe correre con lui al TT? Diciamo che è molto simile alla Panoramica, vicino a Tavullia, dove abbiamo imparato a correre con lo scooter. Perché è una strada normale, non è una pista… Ma è simile al TT, però non voglio correre il TT con McGuinness, è troppo veloce!”
L’occhio a questo punto, tra centinaia di nomi, cade su Alex Barros: “Uno dei piloti da cui ho imparato, specialmente la frenata e l’ingresso in curva, perché era veramente veloce. Colin Edwards invece - ex compagno di squadra di Valentino - è veramente simpatico, anche fuori dalla pista. Mi diverto sempre con Colin… Poi c’è Nicky Hayden, è un vero peccato che sia andata così. Era veramente un bravo ragazzo. Anche Anthony Gobert… Ho fatto una festa con lui a Rio, stargli dietro era veramente difficile, ma divertente! Però si, stargli in scia era complicato”.
Poi si spostano davanti ad un tabellone un po’ più recente tra cui Valentino va a prendere il nome di Casey Stoner: “È uno dei piloti più talentosi e difficili da battere. Per me Casey in termini di puro talento è imbattibile. E anche Lorenzo… Non meritavo un compagno di squadra come Lorenzo in Yamaha dopo quello che ho fatto per loro (ride, ndr.) meritavo qualcuno di un po’ più lento!”. Valentino si ferma quando vede il nome di Marco Simoncelli: “Ah, poi c’è Marco. C’è il Sic. Il Sic… - parlando in italiano - è stato un disastro. È stato un vero peccato”. Quando riprende a leggere i nomi sceglie quello di Marc Marquez: “Poi chi c’è vediamo… Marquez! È un grande rivale, molto veloce. È uno dei migliori, ma con lui non mi sento molto bene a battagliare. Dovremo aspettare altri 20 o 30 anni per andare d’accordo!”.
Non mancano nemmeno i ragazzi dell’Academy arrivati alla MotoGP: “Franco, Pecco, Luca… Sono molto orgoglioso del fatto che siano in MotoGP. A fine stagione, quando chiuderò la mia carriera, qualcosa di me rimarrà in MotoGP. Ora sono dei veri atleti, a partire da quello che fanno durante il giorno e continuando in come mangiano, dormono… Quando li vedi, anche sulla moto, capisci che sono migliori”.
Dei 175 piloti però ce n’è uno che Valentino non è mai riuscito a battere. Lui, un po’ stupito, cerca di individuarlo: “Mai? Intendi che non l’ho mai battuto in una gara? È possibile… D’altronde quest’anno sono sempre arrivato dietro, quindi sai… Allora aspetta (In italiano). Quanto tempo ho? Martin? Ah no, lui l’ho fregato. Quartararo? Quartararo in passato sì. Gerloff? Ah è lui! (Garrett Gerloff, wildcard in Olanda per il Team Petronas, ndr.) Ah vabbè, ha fatto one race! Ma ad Assen ero davanti, poi sono caduto!”.