L’inizio della fine o un nuovo inizio? Le domande dei giornalisti incalzano in occasione del primo incontro con la stampa alla vigilia dei test ufficiali in preparazione della stagione 2021. C’è chi guarda costantemente alla carta d’identità e continua a ricordargli che ha 42 anni e che correrà la sua 26ma stagione mondiale, chi sottolinea il fatto che è passato in un team satellite dopo tanti anni una squadra ufficiale come ad indicare una sorta di declassamento, e chi invece chiede delle nuove motivazioni, se sogna ancora il 10° titolo. Valentino dribbla con arte. Con il sorriso e l’allegria negli occhi rivendica il diritto di continuare ad essere semplicemente sé stesso.
Valentino parla, si muove e respira da campione: per lui contano solo il tempo presente e i risultati. Il verdetto è della pista, non della carta d’identità. “Non corro per passare il tempo”, tiene a sottolineare il Dottore.
Dall’alto dei suoi nove titoli e una carriera stellare, il Dottore poteva scegliere il ruolo comodo del senatore a vita, invece ha scelto la via del giovane pilota, che si rimette in gioco in un nuovo team, con nuove persone, proprio come fanno i giovani piloti.
Vale non si nasconde. "Tutti quelli in griglia vorrebbero vincere questo mondiale: anche io, perché no?" Al diavolo la carta d’identità. “Il 10° titolo non è una ossessione: potrebbe bastarmi vincere una gara, salire dei podi, terminare tra i primi 5 della classifica”.
Eterno Peter Pan, Vale è contento come un ragazzino che la sa lunga: “Mi alleno tutti i giorni al Ranch con almeno dieci piloti del mondiale, tre (Bagnaia, Morbidelli e Marini) sono stati così bravi che corrono in MotoGP. Chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo battagliati in pista? Ci sfidiamo due o tre volte alla settimana con moto diverse. È il modo migliore per capire le mie condizioni: riesco spesso a stare davanti o comunque sono lì. In pista dimentico la mia età". Infinito Rossi. “È questo che mi motiva a scendere in pista. Diciamo che voglio dimostrare che si può diventare forti anche … da grandi". La parola “vecchio”, come quella “ritiro” sono bandite dal vocabolario del campione e non potrebbe essere diversamente, altrimenti non si chiamerebbe Valentino Rossi. E non avrebbe vinto 9 titoli. “Ho il contratto di un anno, ma potrei continuare a correre se i risultati sono dalla mia parte. Deciderò durante la pausa estiva”.
Quest’anno ci sarà da divertirsi. "Mi sento in gran forma, mi sono allenato tanto e non vedo l'ora di correre. Sarà speciale dividere il box con Franco in Petronas, sarà una sfida nella sfida. Sono amico di Franco da tanti anni, abbiamo lavorato insieme per portarlo nell’Academy e in MotoGP. Ci lega una profonda amicizia. Nel box, il compagno di squadra è anche il primo avversario, per cui lavoreremo perché prevalga la nostra amicizia. Sarà bello anche correre con mio fratello Luca. Non me lo sarei mai aspettato”. Pilota e ideatore dell’Academy, Rossi non è spaventato dal salto generazionale. “Via via che passano gli anni, mi devo allenare sempre di più, ma purtroppo in pista dimentico la mia età!” e ride come un ragazzino al primo giorno di scuola.
Se proprio lo costringono a parlare di futuro, Vale racconta che continuerà a correre in auto nei rally. Magari a bordo di una Ferrari hypercar nella 24 Ore di Le Mans nel 2023? Magari. Ma il tempo più lontano che al momento Vale vuole concepire sono una manciata di giorni: venerdì 5 shakedown in Qatar, sabato e domenica i primi test in preparazione della prima gara della stagione, domenica 28 marzo sulla stessa pista. Un nuovo inizio.