Se al termine del Gp di Olanda qualcuno avesse osato dire che, nei successivi due round, le prestazioni di Max Verstappen sarebbero state eguagliate, o addirittura superate dal compagno di box Sergio Perez, si sarebbe gridato allo scandalo. Ancor di più se si considera come, sino a quel momento, le prestazioni di Max erano state di un’altra categoria, tanto da aver indotto nel personale del team inglese la possibilità di salutare Checo prima ancora che la stagione volgesse al termine. Poi però si arriva a Monza e, in un batter d’occhio, le certezze di Max si sgretolano come un castello di sabbia spazzato via dal vento: un weekend complicato, in cui l’olandese non era riuscito a trovare la quadra della sua RB20, divenuta quasi un rebus incomprensibile e difficile da risolvere.
Non era mancata nemmeno la stoccata del compagno Checo che, dopo aver mantenuto il passo dell’olandese durante la gara –forse per la prima volta in stagione-, nel commentare le difficoltà dovute affrontare sul circuito italiano, si era lasciato andare ai microfoni di F1 TV: “Mi sento di essere sulla stessa barca in cui mi sono trovato nelle ultime otto o dieci gare. Adesso però, un po’ all’improvviso, vedo che anche Max sta avendo difficoltà simili alle mie. Quindi sì, c’è un po’ di confusione al riguardo, ma è anche abbastanza chiaro quale sia il problema guardando i dati che raccogliamo in pista”. Una prestazione che sembrava potesse essere dimenticata in Azerbaijan, grazie ad un venerdì positivo dove Max si era inserito tra i più veloci di giornata, salvo poi eclissarsi prima nelle qualifiche, poi in gara: addirittura, se a Monza il compagno lo aveva tallonato per tutto il corso della gara, sulle strade di Baku è sembrata non esserci storia, con un Perez che, al netto dell’incidente finale con Carlos Sainz, è parso decisamente più in palla, tanto da giocarsi il podio sino all’ultimo mentre Max a fatica tentava di tenersi dietro il rivale al titolo Norris, tentativo peraltro vano.
“La differenza - con Perez (ndr) - nasce dal setup, ma è stata una nostra scelta. Si vince e si perde come un team. Pensavamo che fosse un passo nella giusta direzione, ma alla fine non è andata così”. Un bilancio oggettivamente negativo, seppur lo stesso Max abbia provato a vedere il bicchiere mezzo pieno, dichiarando come nel corso del weekend le prestazioni della vettura siano migliorate rispetto alla gara precedente, motivo per cui da qui alla fine della stagione tutto è ancora possibile. Certo è che, se Max vuol tenersi stretta la leadership del mondiale, dovrà ritornare allo stato di forma che lo ha caratterizzato nella prima e seconda parte di stagione, dove era stato praticamente perfetto e capace di massimizzare ad ogni gara le prestazioni offerte dalla propria vettura. Norris non è ancora vicino in termini di punti, ma lo slancio con cui è riuscito a risalire la griglia nel corso dei 51 giri di ieri e le prestazioni della sua Mclaren nel corso degli ultimi gp, che peraltro ha superato proprio RedBull nel mondiale costruttori prendendosi così la testa della classifica, lo hanno reso un rivale più che temibile per la corsa al titolo. C’è da stare attenti e Max lo sa, consapevole di quanto il suo saper fare la differenza possa divenire fondamentale per agguantare un titolo che, mai come negli ultimi anni, sembra poter essere tutt’altro che nelle sue sole mani.