È così da sempre, la Formula 1. Quando un grande pilota, un talento fuori dal comune, trova la combinazione perfetta con la scuderia più veloce e la vettura più prestazionale, non c'è spazio per gli altri. È stato così - senza andare a scomodare tutta la storia ma solo nei tempi più moderni di questo sport - per Michael Schumacher e la Ferrari, per Sebastian Vettel e la Red Bull, per Lewis Hamilton e la Mercedes. Anni di grandi campioni, di piloti che grazie al successo sono diventati icone dello sport, ma anche anni scuri per chi ama competizione, per chi ha goduto di un 2021 combattuto fino ad Abu Dhabi, per chi sogna ogni stagione di vedere una lotta fino all'ultimo giro.
Eppure non è sempre così. Anzi, è molto spesso proprio il contrario. E nel periodo d'oro della Formula 1, che in questo momento sta vivendo un successo fuori da ogni immaginario diventando di diritto uno degli sport più seguiti e redditizi al mondo, il ritorno di una dinamica ben nota rischia di distruggere le ambizioni di Liberty Media. Perché per fare un grande show, come la società americana vorrebbe fare ogni stagione in modo più evidente e conclamato, serve anche avere un grande spettacolo in pista. Non è un caso che sia stato proprio il 2021 a far fare il salto definitivo alla Formula 1 in termini di ascolti e crescita di pubblico, in particolare negli Stati Uniti.
Se la premonizione di George Russell dopo il quadro visto in Bahrain, secondo cui la Red Bull potrebbe vincere tutte e 23 le gare dell'anno, dovesse effettivamente realizzarsi - o comunque andarci molto vicino - la situazione spettacolo sarebbe in grave pericolo: senza una lotta mondiale, senza una vera e propria rivale per la Red Bull, senza un pilota in grado di rendere la vita difficile a Max Verstappen... questo 2023 potrebbe rivelarsi un vero e proprio disastro per la Formula 1. È vero, siamo solo all'inizio del campionato, e lo scorso anno la Red Bull si era ritrovata nella stessa situazione in cui verte oggi la Ferrari: tanti problemi di affidabilità, una velocità non paragonabile a quella della rossa e un grande dubbio sulla competitività nell'anno. Ed è vero che, proprio durante il 2022, le cose sono velocemente andate in una direzione molto diversa. In questo 2023 però sembra davvero difficile immaginare un avversario che possa mettere i bastoni tra le ruote alla squadra di Chris Horner, che dopo il grande 2022 ha migliorato la propria monoposto in maniera evidente.
Ad aggiungere preoccupazione davanti a un campionato che potrebbe velocemente far addormentare i tifosi davanti al divano anche la quantità di gare volute da Liberty Media: 23 appuntamenti sono tantissimi e solo un'accesa lotta mondiale potrebbe rendere questa lunga stagione degna di essere guardata nella sua totalità. Un campionato prevedibile che viene deciso nella prima parte dell'anno rischia in ogni caso di perdere ascolti e appassionati ma la lunghezza per molti eccessiva delle nuove stagioni potrebbe essere un boomerang per una Formula 1 non particolarmente avvincente.
Tasselli di un puzzle che tutti sperano non si debba completare, con le altre scuderie che andranno a caccia di una Red Bull partita in quinta e un max Verstappen difficile da agguantare. Ma intanto, Liberty Media - e tutti i tifosi - tengono gli occhi aperti (cercando di non addormentarsi durante i Gran Premi).