C’è grande entusiasmo tra le colline di Portimaõ per la prima sessione di prove libere dell’anno. Con il nuovo format i piloti avranno due turni il venerdì (da mezz’ora, P1 e P2) per stabilire i tempi con cui entrare in qualifica, una "Free Practice" il sabato che non viene considerata per Q1 e Q2 e poi, nel pomeriggio, la gara sprint, prima del GP vero e proprio che continua ad essere la domenica. Così in un colpo solo viene eliminato un turno per la messa a punto, c’è una gara in più e le qualifiche diventano - almeno secondo la previsione di Luca Marini di qualche settimana fa - il 75% del weekend di gara. Così il primo turno non è più solo il primo turno: bisogna trovare la velocità per stare nei dieci, mettersi a posto e prepararsi per la gara. Il che, nonostante a Portimaõ si siano svolti tre giorni di test, è tutt’altro che facile.
A mettere il suo nome davanti a tutti è Alex Marquez, forte di una Ducati Gresini decisamente a punto e della confidenza che in Honda gli era sempre mancata. A seguire (e a sorpresa) la Honda di Joan Mir, veloce e costante: basta prendere i primi due della classifica per rendersi conto che l’espressione cupa sul volto di Marc Marquez è ben lontana dall’essere casuale. Il fratello che hai regolarmente messo sotto per una vita si prende la prima posizione, il nuovo arrivato la seconda - con la tua stessa moto - e tu rimani decimo, a guardarli da lontano. Inutile dire che la grande sorpresa di questo primo turno è lui. Altri piloti poco entusiasti del loro inizio sono Franco Morbidelli e Fabio di Giannantonio, entrambi caduti senza però riportare gravi conseguenze. Molto bene i due piloti del Team VR46, con Luca Marini terzo e Marco Bezzecchi quarto. Soffrono un po’ di più, invece, Pecco Bagnaia (9° a sei decimi da Alex Marquez) ed Enea Bastianini, soltanto 15°, ma a differenza di Marc Marquez sembrano avere un aprroccio leggermente diverso al weekend. Questo primo turno della stagione ad ogni modo è stato condizionato dalla pioggerellina leggera caduta per buona parte della sessione, rendendo più cauti alcuni e meno veloce altri. Il punto però è che in un weekend di gara così compresso anche partire bene diventa fondamentale. E così le sensazioni dei piloti cominciano a costruirsi, chi di fiducia e chi invece nello sconforto. Probabilmente a fine giornata questi tempi verranno cancellati, rivisti e migliorati con feroci attacchi al tempo durante le P2 del pomeriggio. Le sensazioni invece sono più complicate da azzerare e la prospettiva di dover lottare per entrare in Q2 è una sensazione che in questa MotoGP fatta di millesimi non si augura nessuno.