Non ci siamo più con i social e l'odio facile. Tutti, noi giornalisti per primi, ci lamentiamo di interviste organizzate e controllate da zelanti addetti stampa in cui non si dice nulla, se non pappine trite e ritrite, poi quando incrociamo qualcuno che ha il coraggio di metterci la faccia apriti cielo. Giù insulti, offese gratuite sui social. “Ecco, è a favore di Marc Marquez”. "Non ha mia vinto un tubo ed è pieno di rabbia”, e via dicendo.
Ho la fortuna di incontrare Loris Reggiani e chiedergli un'intervista sul motomondiale; me la concede e risponde a tutte le domande, anche a quelle più scomode, dirette e senza filtri e mi regala l'occasione di fare un bell'articolo originale e interessante. Escono fuori le sue idee e la sua personalità in modo diretto. Si mette a nudo e di questo devo solo ringraziare, perché lui ha corso ad alto livello per anni e ciò che dice non è mai banale. Risponde anche a una domanda scomoda, di quelle che mi vengono in mente da appassionato e che recita grosso modo così: tu che eri il capitano Aprilia e hai vissuto la nascita della stella Max Biaggi in casa tua, puoi capire ciò che prova Pecco Bagnaia, capitano degli ultimi anni Ducati, ora che in casa sua c'è Marc Marquez?”.
Lui mi spiega il suo punto di vista: dice che non trova il paragone corretto, visto che lui e Max nella stessa categoria ci sono stati poco e che lui l'ha sempre battuto nelle poche gare corse insieme. Lui Max Biaggi l'ha sofferto come persona, perché non gli piaceva. Un segreto di Pulcinella: il campione romano ora è molto alla mano in confronto a come era vent’anni fa, anche per timidezza. I due appartengono a generazioni di piloti diversi e non si sono mai amati: il modo di intendere lo sport e le gare era diverso rispetto ad ora, opposto. Max era già una star, la prima insieme a Loris Capirossi, con il campione di Borgo Rivola metà moderno e metà antico. Ma è una divagazione. La gente legge di questo, dell’antipatia di Reggiani per Capirossi, e apriti cielo. In molti hanno cominciato a digitare sulla tastiera parole velenose e denigratorie per Loris: una acredine inutile.
Eppure così saranno sempre meno i protagonisti della MotoGP che ci risponderanno liberamente, avremo sempre piloti che dicono le stesse banalità e veline degli uffici stampa studiate per esaltare gli sponsor ma non emozionare gli appassionati. Calma. Lasciamo parlare i piloti, godiamoci i caratteri dei nostri campioni: la loro umanità, le debolezze, le fisse, le analisi esaltanti e gli errori. Odiare e offendere è dannoso!
