Un anno fa, di questi tempi, Franco Morbidelli chiudeva al Mugello il primo weekend davvero positivo della sua breve esperienza in Pramac. La domenica sera, dopo una quarta posizione nella Sprint e una sesta in gara, di fronte a chi gli metteva in testa il tarlo del podio, lui replicava serio: “Questo è il momento della solidità, della costanza, devo ritrovare una serie di automatismi”. Oggi, nel media day toscano, dopo un prima parte di stagione a dir poco positiva, Franky indossa il giallo VR46 e si esprime in maniera nettamente diversa: Stabilizzarmi non fa parte della mia filosofia di affrontare le gare. La vittoria è sempre l’obiettivo So che il potenziale della moto, del team, è più di una terza, quarta o quinta posizione”.
Non gli manca la tigna e la praticaccia da bagarre, lui che tra Silverstone e Aragon ha prodotto con Marc Marquez e Fermín Aldeguer le battaglie più belle di questo 2025. Non gli manca la qualifica, lui che due settimane fa era stato l’unico ad insidiare i fratelli di Cervera per la pole. Non gli manca la gestione gomme, visto che Franco ultimamente ha dimostrato di essere tra i più veloci in pista negli ultimissimi giri. E allora cosa manca a Franco Morbidelli per assaltare le prime due posizioni? Ce lo spiega senza giri di parole, con la solita trasparenza: “In questo momento ciò che ci ha separato da noi e il nostro massimo obiettivo sono i fratelli Marquez. È importante far partire bene il weekend, vediamo che i fratelli Marquez partono con dei tempi impressionanti da subito. Hanno subito un gran feeling con la moto, si trovano subito bene con il setting, questa è una grandissima cosa, li aiuta a stare lì. È vero che la mia moto è praticamente la stessa del 2024, ma quest’anno bisogna andare più forte per raggiungere le prime posizioni. Bisogna guidare più al limite, bisogna spingere di più, bisogna lavorare meglio. Per questo abbiamo cercato di velocizzare il più possibile la conoscenza, la comunicazione, il modo di lavorare insieme. Con il nuovo team abbiamo cercato di velocizzare queste procedure il più possibile perché quest’anno per stare lì davanti bisogna fare un lavoro migliore. Non posso dire che non abbiamo fatto un buon lavoro con Matteo e con la squadra, abbiamo imparato a conoscerci velocemente, è un processo che ancora sta avanzando, ma di sicuro siamo ad un ottimo livello”.

Il sogno di Franco, comprensibilmente, sarebbe quello di dare un ulteriore scatta alla sua stagione nella pista più bella del mondo: “Sono super contento, onorato ed emozionato quando vedo i tifosi italiani incoraggiarmi e gasati nel vedermi. Qui al Mugello c’è un modo ancora più speciale di fare il tifo, perché il tifo del weekend, il contesto, forse le colline, danno al tifoso un’energia speciale. Quando vedono me e tutti gli altri piloti italiani sono veramente carichi, spronanti, e questo fa. Si sente. Sono fortunato a poter vivere un’esperienza del genere da un po’ di anni. Quando arrivi al Mugello che sai di poter lottare per il podio e per la vittoria ancora di più”.
Infine, collegandoci alla livrea speciale VR46 in versione Alaska Baby, gli domandiamo cosa direbbe ad un meccanico (non italiano) del suo team se dovesse parlargli di Cesare Cremonini: “Se dovessi spiegare ad uno straniero…per me è un amico, senza dubbio, lo conosco tramite Vale. L’ho visto venire giù da noi per tantissime cene, feste, dove c’ero anch’io. Questo è l’aspetto umano. Mentre per quanto riguarda l’aspetto artistico è un cantautore che parla d’amore, di cose bell, ma non solo. Ha fatto delle canzoni che resteranno indelebili nella storia della musica italiana, canzoni che fanno piangere grandi, bambini, uomini, donne. Canzoni che emozionano tutti, quindi prende un grandissimo bacino di pubblico, ha un grandissimo seguito da parte di un sacco di gente. Non saprei come paragonarlo ad un artista spagnolo o americano, anche perché il cantautorato italiano è particolare, richiede un livello ben preciso, non semplice, ed essere al top di quei nomi è sicuramente una cosa fantastica”.
“Franco, è un po’ come essere un pilota italiano?” – ci proviamo. Lui sorride: “Sì dai…perché ti ritrovi ad essere paragonato a nomi veramente importanti, stessa cosa nella musica”. Dopo undici minuti di conferenza stampa in italiano, la stampa internazionale freme. Franco li osserva con sguardo quasi colpevole, poi ne esce alla grande: “È il Mugello, fateci parlare bene dell’Italia, per favore”. Sipario.