I piloti di una volta erano per la maggior parte rockstar. Poi sono diventati atleti sulle orme di Giacomo Agostini, perché il risultato si calcola sul centesimo e la ricerca delle prestazioni viene prima di ogni altra cosa. Se a questo ci aggiungiamo che ogni gesto, frase e opinione diventa oggetto di moviola via social, dove la gente aspetta le scivolate con una pala caricata a fango in mano, non c’è da stupirsi che il linguaggio dei piloti sia radicalmente cambiato, trasformando il motorsport in un contenuto adatto alle famiglie. Il che, comunque, non è necessariamente un male. Resta il fatto che i piloti di oggi devono stare attentissimi: non parlare troppo, non bere troppo e soprattutto non fare mai le due cose insieme, provando invece a “guadagnarsi le feste” come piace dire a Daniel Ricciardo.
Per questo Luca Salvadori, che fa esattamente il contrario, funziona a meraviglia. D’altronde in Italia è l’unico a poterselo permettere, forte del grande pubblico che si è costruito sui social e della manetta che ha sempre avuto in pista. Così, quando trova chi scrive che uno Youtuber (cioè lui) ha firmato con Ducati Pramac per correre nel mondiale MotoE, lui non ci sta e risponde senza mezzi termini, mettendo i risultati davanti ai follower.
Risultati che, evidentemente, non gli impediscono di essere una via di mezzo tra Jeremy Clarckson e un rapper americano quando non è in circuito: tra i suoi video lo vedi mentre gli sequestrano un motard lontanissimo dall'omologazione, in pista a girare con un Honda SH300 completo di bauletto, a modificare una BMW M2 CS. All'approccio in stile Top Gear per i mezzi a motore si aggiunge quello alla Dan Bilzerian per le feste: Salvadori in vacanza è costantemente accompagnato da almeno un paio di influencer e, anche in questo caso, mostra quasi tutto. Così bastano venti secondi di girato a Courmayeur (anzi, a Pussey) per capire che se rimpiangete i piloti di una volta ne avete appena trovato uno.