C'era una volta la MotoGP che, paese che andavi, wildcard nuova trovavi. Erano i tempi in cui la Moto2 e la Moto3 erano solamente 250cc e 125cc, categorie composte da piloti specialisti e non necessariamente da ragazzini di passaggio che consideravano la massima cilindrata come principale, imprescindibile ed unica meta. A Laguna Seca, in media, sulla griglia di partenza della MotoGP si presentavano due wildcard, piloti statunitensi più o meno giovani, sbucati dal MotoAmerica in un caldo weekend di fine agosto per concedersi un giro di giostra tra i grandi. In Giappone, in Australia, in Spagna, ma pressoché dappertutto, la lista dei partecipanti ad un Gran Premio di 125cc o 250cc era puntualmente arricchita, oltre che dai piloti titolari, da almeno quattro partecipazioni speciali. Oggi vedere una wildcard nel Motomondiale, soprattutto in Moto2 e Moto3, è un'eccezione. Ma perchè?
Speedweek riporta come regolamenti e modalità d'iscrizione ad un Gran Premio siano cambiati dal 2012 in poi, ovvero da quando la 125cc è diventata Moto3, passando (come era avvenuto tre anni prima con la 250cc trasformatasi in Moto2) da motori due tempi a propulsori quattro tempi. A chiarire il tutto ci ha pensato Michael Freudenberg, proprietario dell'omonimo team che nel 2018 corse una wildcard in Moto3 (la squadra oggi compete in Supersport 300) con Luca Grunwald in sella: "Innanzitutto oggi la FIM assegna una wildcard per gara, un altro pilota wildcard può essere nominato dall'associazione nazionale del paese ospitante. Quella volta in Germania avevamo utilizzato materiale KTM del 2017 con motore nuovo. La quota di iscrizione era di 3500 euro. Ciò includeva cinque set di pneumatici Dunlop, carburante Eni, olio Liqui Moly e la tassa per i box. Inoltre, c'era la tassa di 442 euro per una licenza GP 'un evento'. In prestito, le squadre wildcard ricevevano la centralina Dell'Orto, che doveva essere utilizzata da tutti i piloti. Non ci sono premi in denaro per una partecipazione di successo al rispettivo Gran Premio per il pilota jolly. Quindi poi tra ricambi (una caduta può costare 30'000 euro), spese per i meccanici, pneumatici aggiuntivi, viaggio, alloggio, vitto e altre spese, l'iscrizione da wildcard per quel GP di Germania era costata tra i 15'000 ei 20'000 euro. Le wildcard erano più economiche per i motori a due tempi da 125 cc. A quel tempo, l'elettronica non era ancora standardizzata. L'armonizzazione generale in Moto3 ha fatto salire i costi di circa il 40%. Una wildcard con le 125cc, quindi prima del 2012, costava tra i 10.000 e 12.000 euro".